Mentre le stagioni sono impegnate nella loro ciclica staffetta fatta di passaggi di temperature e colori diversi, Barmare se ne sta tranquillo in un isolato tra le vie meneghine ad accogliere ed esaudire i desideri di chiunque voglia sentirsi per qualche istante altrove e dimenticarsi la quotidianità metropolitana.
Il ristorante bistrot di Porta Romana, infatti, traghetta la clientela in un viaggio tra onde di sapori di mare, usando come motori di questo itinerario il minuzioso lavoro sulla rivisitazione di ricette legate alla tradizione, di cui non se ne sradica mai l’autentica essenza, e lo studio sulla selezione delle materie prime. E se il mix eccellenza-creatività è la carta vincente dello chef, la sostenibilità è il pilastro fondamentale della filosofia alla base di questo luogo.
Barmare, non a caso, è partner Friend of the Sea, una ONG che ha come obiettivo la conservazione e la tutela dell’habitat marino e la certificazione di prodotti derivanti sia da attività di pesca che da acquacoltura sostenibile, e ha aderito nientemeno che al programma FoS, che garantisce una filiera di fornitori responsabili. Il pesce, quindi, arriva al civico 12 di Corso Lodi fresco ogni mattina, proviene per oltre il 90% dal Mediterraneo ed è consumato nell’arco di una sola giornata, a conferma del fatto che la cucina ittica qui è di qualità: il risultato è che i piatti sono una fucina di squisitezze preparate usando solo cotture brevi, olio siciliano monocultivar e passione.
Il menù, che è ben affiancato da una lista di vini e bollicine, cambia a seconda della disponibilità e reperibilità degli ingredienti e in base allo stato d’animo dello chef: ci si può sbizzarrire con pochi (ma buoni) primi – correte ad assaggiare i plin di astice -, qualche secondo dal tocco gourmet, delle opzioni di fritti, – che sono sempre una tentazione -, e degli specials che non vi resta che scoprire. Ma in questo battaglione di profumi e chicche singolari, i crudi rientrano senza dubbio tra le punte di diamante, sia in varianti più “esotiche” sia al naturale.
Lo stile del locale, poi, rapisce quasi quanto le sfiziosità della carta: gli interni sono semplici, costituiti da pochi coperti, un ampio bancone in marmo che troneggia in sala, la cucina a vista dove si destreggia la brigata, e tavoli, sedie e illuminazioni minimal che strizzano l’occhio al vintage, creando un’atmosfera intima che sa di casa.
Un luogo che non solo si fa testimone della buona cucina, ma che catapulta con la mente in località vacanziere, rievocando lo stesso piacere delle passeggiate sui litorali con le caviglie che affondano nella sabbia e i pranzi e le cene sotto i cieli stellati estivi.
Photo credit © Carlotta Coppo