Proprio come suggerisce il nome di questa piccola gastronomia con bistrot, La Ciaccia coi Ciccioli offre ai suoi ospiti molto più di un semplice boccone.
Ci siamo fermati nel ristorante di via Solari 23 (recentemente ha aperto anche in via Gian Giacomo Mora, zona Colonne) un piovoso lunedì mattina con la speranza di risollevare l’umore della giornata assaggiando la loro famosa “merenda toscana”, anche se in realtà era ora di pranzo e le porzioni – più che da merenda – erano da vero e proprio banchetto.
In men che non si dica tre taglieri ci arrivano sul tavolo: il primo con affettati e salsiccia alla piastra, il secondo con formaggi misti e miele e il terzo con pane fumante condito con quel goccio d’olio d’oliva che fa la differenza. Il tutto in quantità tali da poter sfamare una squadra di calcio.
Dato il tempo inclemente abbiamo deciso di brindare anche con due calici di rosso per cercare di mandar via la depressione da inizio settimana. Vi dico solo che ci hanno lasciato anche la bottiglia “nel caso ci fosse venuta voglia di fare il bis”. Guardo il mio collega, poi il piatto, poi il bicchiere, poi ancora il mio collega. Il gestore della Ciaccia coi Ciccioli, divertente ed energico come se fuori splendesse il sole, si acciglia un po’ alle nostre espressioni. “Va tutto bene?”, chiede, mentre noi annuiamo con la bocca piena, incapaci di formulare una risposta vera e propria.
Di solito, quando vedo porzioni di queste dimensioni, comincio a temere per la qualità del cibo che sto per mangiare, soprattutto quando il prezzo – come in questo caso – è sorprendentemente basso (Merenda toscana per due 24€). Qui devo ammettere che non mi è passato nemmeno nella mente di dubitare, ma se lo avessi fatto, avrei cambiato idea appena dopo aver assaggiato il primo morso del mio panino artigianale della Ciaccia coi Ciccioli, riempito all’inverosimile di prelibatezze.
Iniziamo dunque il nostro pranzo scavando nel pane per riempirlo il più possibile di affettati e formaggi, ma mano a mano che lo spazio inizia a diminuire lo abbandoniamo, per non rinunciare alle altre delizie: prosciutto crudo e cotto, mortadella, coppa e salsicce. Due fette di torta salata alle verdure e una selezione di formaggi in tre varianti: pistacchio, zafferano e tartufo.
Nonostante i nostri migliori sforzi, non ce l’abbiamo proprio fatta a finire tutto, anche perché il cameriere è tornato con Vin Santo e Cantucci, la botta di grazia. Difficile dire cosa ci abbia colpito di più, se la cucina, l’arredamento anni ’80 con i tavoli e le sedie che sembrano arrivare direttamente da una scuola elementare, o la cortesia del personale, vivace e preparato senza mai risultare invadente. In conclusione, “merenda toscana” è tutto quello che vi serve per decidere di tornarci ancora e ancora.