Cocktail eccentrici, richiami continui ad altre epoche e paesi del mondo. Si chiama Unseen l’indirizzo di cui non sapevate di avere assolutamente bisogno in città, e ha il fascino di un viaggio nel tempo e nello spazio. Quello di Milo Occhipinti, bartender girovago dalle mille esperienze e dalla fervida fantasia, è un format unico, frutto di un’idea visionaria che viene raccontata – ma non del tutto rivelata – attraverso i canali social del locale nato di recente in zona Lambrate, in cui mixology sperimentale, sostenibilità e condivisione trovano la loro dimensione alternativa tra floppy disks, anime e manga.
Varcata la soglia, si è accolti da un ambiente minimal, privo di ogni riferimento all’universo tradizionale dei drink bar. Una stanza tinta di grigio popolata da alcune statue, pochi posti a sedere, nessuna bottigliera in vista. Tutto è nudo e crudo, seppur ricco di suggestioni e provocazioni: ne è zeppo anche il bagno, dove, ad esempio, una scritta su una delle piastrelle vi sfida a premere un pulsante rosso. Non saremo noi a rivelarvi cosa succede.
Lo spettacolo di questa ricercata semplicità che caratterizza l’Unseen prende forma sotto colorate luci a neon, mentre immagini della cultura j-pop scorrono ininterrotte sulle pareti. Alcuni dettagli catapultano negli anni ’90/’00. A dominare la sala, invece, vi è un solo social table, dal design minimal e lineare che ospita fino a un massimo di 16 persone, seguito da un altrettanto semplice bancone dedicato alle interpretazioni del barman, mai così vicino ai clienti.
La lista dei signature cocktail stagionali non è lunga; quelli presenti hanno preparazioni talmente elaborate da solleticare la curiosità di chiunque, anche dei più scettici. A tal proposito, possiamo senza dubbio segnalarvi qualcosa, evitando grossi spoiler. Segnatevi, dunque, Il Cyber Salad, con Gin ai piselli, lattuga e tonica ai fiori di Sambuco e il Starlight Cruiser. Quest’ultimo, un Martini cocktail sotto zero con vermouth al limone, fino sherry e glitter metallizzati. Il resto delle proposte (c’è anche qualche grande classico) vi toccherà scoprirle andando direttamente a fare una – o più di una – visita al 13 di via Ronchi.
All’Unseen Bar, zero-waste e plastic free sono, infine, le uniche parole d’ordine riconosciute. Addio a cannucce, bicchieri e oggetti di plastica: qui tutto è pensato nel rispetto dell’ambiente. L’attenzione all’utilizzo e al riutilizzo delle materie prime d’eccellenza è anch’esso un dato di fatto. Si spiega così il piccolo giardino idroponico dedicato alla coltivazione delle garnish dei drink. Ad accompagnare il tutto, un piccolo vassoio con crostone alla curcuma e crema di hummus, carne secca jerky artigianale, conserva di verdura e verdure agrodolci.
Un po’ d’Italia, un po’ di Giappone, un po’ di passato nostalgico, un po’ di brillante futuro. Ci troverete questo e quello, ma tutto declinato in modo da abbattere limiti, schemi e monotonia .