Il Luogo di Aimo e Nadia è un luogo di amore, ricerca, fatica, lavoro, storia. Ma anche di arte e cultura. E quando penso al mio papà, uno dei ristoranti che prima mi vengono in mente, è proprio questo. Lui ci andava in occasioni importanti con la mamma e ovviamente spesso per lavoro. Ne ho sempre sentito tanto parlare. Osservavo il bigliettino da visita del ristorante, posto sulla scrivania del suo studio, immaginando e fantasticando su come questo luogo potesse essere e su come fossero i volti delle persone che vi lavorassero. La prima volta che sono entrata a il Luogo di Aimo e Nadia per lavoro… mamma mia che emozione! Imbarazzata e inadeguata. Così mi sentivo. Avevo 27 anni e un brivido mi scorreva nelle vene. Ancora oggi non (mi) so ben spiegare il perché di tutta questa emozione. Per me era un tempio sacro.
Credetemi, la prima volta che ho avuto la fortuna di mangiarci, è stato semplicemente Amore! Aimo che, avvicinandosi al tavolo, racconta la sua storia di vita, di lavoro. La provenienza degli ingredienti, oppure i piccoli trucchi di cottura dei piatti (come per esempio quanto olio e quanto burro chiarificato servano per la perfetta costoletta alla milanese). E poi c’è Nadia, amica d’infanzia di Aimo e sua compagna di una vita, in silenzio nelle retrovie della cucina a portare avanti con caparbietà lavoro e famiglia. La storia dei Moroni.
Aimo e Nadia. Due nomi che formano un unico, melodico e dolce suono. Due identità toscane e di umili origini, fuse insieme e che per tutta la vita hanno lavorato, faticato, si sono amati rendendo il loro Luogo magico, perché semplice e perché accogliente. Magico perché vero. Oggi questa trattoria nata a fine anni ‘50, vanta ben due stelle Michelin. La figlia Stefania porta avanti – insieme a un giovane ma eccezionale staff – quello che i suoi genitori hanno saputo rendere un tempio per i veri Gourmet. In cucina troviamo quindi Fabio Pisani, pugliese, e Alessandro Negrini, di Sondrio, che hanno ormai preso le redini della brigata. In sala Nicola Dell’Agnolo – Maître – e Alberto Piras – sommelier – hanno creato sinergia in un ambiente di assoluta armonia ed eleganza.

Chef Pisani e Chef Negrini
Cosa si mangia da Il luogo di Aimo e Nadia? Ogni piatto è capace di interpretare in modo innovativo la ricca cultura della gastronomia italiana, dal più (in apparenza) semplice ma memorabile, spaghetto di grano duro di Benedetto Cavalieri con cipollotto e peperoncino (non potrete non assaggiarli e scommetto che poi cercherete di riproporli a casa vostra… ahimè io non ci sono mai riuscita), a piatti più ricercati e complessi.

La Michetta
Ci sono varie soluzioni di menù o si può anche mangiare a “la cartè”, il tutto con uno sguardo al passato e uno al futuro: è una cucina che recupera i profumi e i sapori di una volta, partendo dai diversi territori, riportandoli nell’attualità. Ma Vi prego non trattenetevi. L’esperienza culinaria che si prova in questi posti è unica. Insuperabile. E quando deciderete di viverla, senza indugi o ripensamenti, lasciatevi guidare dalle vostre farfalle nello stomaco. Il cervello ogni tanto bisogna spegnerlo e vivere di pancia.
Photo Credit © Paolo Terzi