Milano è una città densa di storia e impregnata di arte fino al midollo. Ogni palazzo, ogni scorcio cittadino, ogni particolare di bellezza della città prelude a un evento della storia più o meno recente del nostro Paese oppure nasconde una caratteristica d’arte precisa e spesso inusuale. Questo mi capita di pensare quando percorro a piedi via Palestro, fiancheggiando i giardini Indro Montanelli: anche perché questa è la via che ospita uno dei musei più significativi della città, il Padiglione d’Arte Contemporanea o più semplicemente PAC.
Sembrerà assurdo ma prima di varcare la soglia di questo museo mi chiedo sempre cosa sto facendo e la risposta arriva spesso a posteriori, sulla base di un quesito più generale: che cos’è l’arte contemporanea?
Si potrebbe dare adito alle più lunghe (e noiose) dissertazioni a tal proposito ma preferisco rifarmi a una definizione più popolare che nozionistica: l’arte contemporanea è quella che rispecchia il nostro presente, nella quale ritroviamo il nostro tempo. Ecco, il PAC offre ai Milanesi proprio questa opportunità, di osservare e riflettere sul nostro presente, un presente complesso e indecifrabile che grazie all’arte torna semplice e leggibile.
Le mostre si snodano nelle stanze del Padiglione d’Arte Contemporanea in modo fluido e valorizzano al meglio questo spazio espositivo concepito nel 1949, poi distrutto da un attentato nel ’93, infine ricostruito in ossequio al progetto originario. Lo spazio e il tempo al PAC si dilatano e si adagiano anch’essi, come i visitatori, in questo piccolo gioiello architettonico che affaccia sul parco tramite l’enorme vetrata che lo caratterizza.
Se siete appassionati di arte, di design o di fotografia non potete evitare di visitarlo, le esposizioni temporanee sono sempre di qualità ma mai scontate: il sito web ha diverse sezioni in cui sono elencati eventi, esposizioni e iniziative che si susseguono durante l’anno in questa storica istituzione artistica milanese.
Se poi non foste ancora esausti bastano pochi passi per raggiungere e addentrarsi nella GAM, la Galleria d’Arte Moderna… Ma questa è tutta un’altra storia.