Milano città del futuro, almeno in Italia. Dove tutto sta evolvendo a ritmo frenetico nel pieno rispetto delle sue storiche e fiere origini, diventando un punto di riferimento per chi guarda da fuori: elegante ma dinamica, viva ma raccolta. E tra i simboli che stanno rivoluzionando la bella Milano spicca la tanto attesa e desiderata apertura del nuovo Apple Store, punto di riferimento per i turisti, sicuramente, per i milanesi, certo, ma anche per tutti coloro che sognano una Milano dai contorni più internazionale.
Dopo i rumors iniziali e le impalcature coprenti, finalmente spicca in piazza Liberty il nuovo store della Mela che prende il posto, con fierezza e con rispetto, dello storico cinema Apollo, e che è un tripudio non solo di architettura, design e hi-tech, ma anche di socialità. Se infatti, a catturare l’attenzione di curiosi e i like su Instagram è la fontana (o il Portale, come viene chiamata) a forma di parallelepipedo alto 8 metri da cui scorrono 56 getti d’acqua, e la scalinata imponente che ricorda un anfiteatro romano, a sorprendere è l’approccio delle persone che ri-vivono la piazza, che si trasforma in un vero punto di incontro e ritrovo, dove fare una pausa e scambiare due chiacchiere tra un po’ di shopping e un caffè in centro, quasi a ricordare l’idea del fondatore Steve Jobs che aveva come scopo ultimo, in ogni suo progetto, l’arricchimento della vita delle persone.
A sottolineare questo elemento fondamentale per comprendere lo store, la piazza sarà luogo di concerti e proiezioni cinematografiche, mentre l’Apple Store ospiterà periodicamente sessioni di arte e fotografia gratuite. Lo store ha un concept simile a quello di New York in 5th Avenue: un’ architettura geometrica in vetro che si sviluppa poi sottoterra. Il negozio vero e proprio, infatti, dove far man bassa di iPhone, Apple Watch, iPad, Mac e accessori, si raggiunge scendendo di un paio di piani e rispecchia e ricorda in tutto i classici store della Mela, con i tavoloni in legno, gli addetti ai lavori con le t-shirt blu e il logo bianco e le non-casse.
Austero nella sua grandezza fatte di fontane e scalinate, l’Apple Store piace anche ai più convinti milanesi perché rispecchia lo spirito meneghino e il contesto in cui è stato inserito: nel cuore della città, come train d’union tra corso Vittorio Emanuele e il quadrilatero, ma defilato e composto, come la Mela è solita fare. Pur essendo la struttura importante, non fa rumore ma si incastona alla perfezione nell’architettura circostante, grazie anche all’uniformità cromatica e i materiali utilizzati (la pietra Beola Grigia).
Il progetto, che porta la firma del britannico Norman Foster, è in realtà una celebrazione dell’italianità, con più di 200 aziende che hanno partecipato all’impresa, a sottolineare la volontà di far trionfare la bellezza tutta italiana in una piazza che è un simbolo per la città e che si appresta a tornare a essere tra i nuovi punti più visitati e sharati della nuova Milano che piace tanto, a tutti.