Quando cammino butto sempre un occhio agli ingressi delle case, ogni volta trattengo un po’ il fiato perché so che la penombra può sempre nascondermi una meravigliosa sorpresa: un cortile, un giardino, una maestosa scalinata oppure un atrio lussuoso. Portoni, citofoni, cancelli… ma un orecchio gigante non mi era mai capitato!
Mi soffermo, osservo e scruto quello che in ogni dettaglio riproduce le raffigurazioni dei libri di scienze, corredato di timpano, staffa e martelletto. Sono curiosa, ne voglio sapere di più. Non c’è stranezza che non abbia una storia da raccontare.
Scopro che Palazzo Sola–Busca è un opera di architettura liberty, anche chiamata dai milanesi per l’appunto “Ca’ de l’Orèggia” (ovvero casa dell’orecchio). L’orecchio è una meravigliosa scultura in marmo a opera dell’artista Adolfo Wildt, maestro tra gli altri di Lucio Fontana e datato 1930. E non solo: incredibilmente in quell’epoca, grazie alla trasmissione del suono attraverso un canale interno all’edificio funzionava da vero citofono! Come sarebbe bello provarlo!
Una curiosità: l’opera compare anche su una copertina di un album di Eugenio Finardi. Una leggenda: se si bisbiglia un desiderio nell’orecchio, questo si avvera. Affidate all’orèggia i vostri desideri più preziosi!