C’è un film del 1964, La vita Agra, del regista Carlo Lizzani, dove si vede una Milano agli inizi del boom economico e dove viene ripreso lo stupore di fronte ai grandi magazzini della Rinascente, uno dei simboli del nascente benessere meneghino. Da allora sono fioriti numerosi centri commerciali, negozi di grandi dimensioni mono o multimarca e lo stupore è andato sotto braccio a un crescendo di dimensioni e vastità di offerta. Ma la moda è arte, prima di tutto, prima ancora del consumismo. E’ storia, è cultura. E lo si può vedere ancora in boutique di piccole dimensioni, tra le quali spicca Imarika, in via Giovanni Morelli, nella zona signorile di viale Piave, che ha da poco festeggiato i suoi 40 anni di storia.
Imarika è una piccola Wunderkammer, una stanza delle meraviglie nata nel 1979 dalle sorelle Bevilaqua, Benedetta e Maria, con un concept che mixa sapientemente tendenze delle passerelle e pezzi iconici, storici e senza tempo. Le parole chiave della boutique sono bellezza, buon gusto, personalità e femminilità. Il locale è stato recentemente rinnovato dal sapiente lavoro dello studio di architettura Marcante Testa di Torino: legno color cipria, tubi di rame che portano l’attenzione al soffitto, luminoso e con decorazioni in stucco.
I finti scalini su cui sono disposte con precisione geometrica scarpe e borse e gli espositori di forma esagonale rendono la geometria degli spazi suggestiva e artistica. Imarika veicola il concetto di stile come creazione della propria personalità e non mero sfoggio di abiti e accessori. La bellezza come valore profondo, che parte da noi stessi e si irradia a tutto ciò che ci circonda.
La ricerca è il principio cardine della boutique: non è importante quanto altisonanti siano i marchi, Imarika sceglie con cura gli abiti per le proprie clienti, nel rispetto delle lavorazioni artigianali, dei materiali usati e del rapporto qualità-prezzo. Punta soprattutto su brand emergenti, come mostra la collaborazione con Andrea Insua, marchio creatore di borse realizzate da una piccola comunità del Guatemala con foglie di palme essiccate al sole e successivamente lavorate, oppure i cappotti-piumino di Colonna Leddi, artigiana milanese.
Imarika è un trionfo di tessuti pregiati e materici come seta o velluto e di stampe: geometriche, dai colori sgargianti ma anche pastello, disegni che richiamano dei veri e propri dipinti ad acquerello, pezzi unici di raffinata esuberanza. Si possono trovare bluse, chemisier, abiti ladylike, con dettagli effetto couture che li rendono capi dal sapiente gusto sartoriale.
Imarika è energia come un abito super colorato del marchio tedesco Odeeh e gioia come i polka dots stampati sui meravigliosi tessuti firmati Ganni. Altri marchi tra cui perdersi sono: Jil Sander, Miyake, Rocha, Vivetta, Comme de Garcons, Nina Ricci, ma l’elenco è ancora lungo e si rinnova costantemente.
Suggestioni ed eclettisimi per tornare a stupire, capendo il valore di un bell’abito, che, si, ci accompagna in occasioni particolari ma, prima ancora di questo, dice qualcosa di noi, urla un pezzo della nostra personalità, suggerisce tratti del nostro carattere e Imarika è una sapiente guida in questo processo di “creazione” di noi stessi.