Un nome, Donkey speak of Kong, dal fascino misterioso e intrigante. Una città, Bologna, piena di carica giovanile e dalla grande tradizione in fatto di locali. Un mix scoppiettante che insieme ha dato vita a uno dei migliori bar speakeasy della zona.
Ma cosa sono i ‘bar speakeasy’? La loro storia affonda le radici negli anni Venti, in quegli Stati Uniti fortemente condizionati dal proibizionismo: una serie di misure restrittive che vietarono la fabbricazione, la vendita e il consumo di alcol. Per aggirare la norma, l’ingresso nei locali, rigorosamente illegali, avveniva soltanto tramite una parola d’ordine e, una volta dentro, si poteva bere senza problemi: erano, per l’appunto, i bar speakeasy.
Photocredit@Donkeyfacebook
A Bologna niente proibizionismo – al massimo qualche ordinanza anti-movida – eppure, dopo aver varcato la porta del Donkey speak of Kong, vi sembrerà di essere tornati a quegli anni, fra musica swing e luci soffuse. D’altronde, il “concept” Kong è un marchio itinerante di eventi di grande successo che, passando di città in città, si è infine stabilito a Bologna, nel Vicolo Broglio, crocevia che unisce la “Bologna dei bolognesi” alla zona universitaria.
Fuori dal locale, un enorme portone medievale protegge gli interni dagli occhi indiscreti dei passanti, rafforzando il concetto di “speakeasy”. Particolare è anche il modo in cui si varca la soglia del Donkey: per entrare serve essere in possesso della Donkey membership card e della parola segreta temporanea (che viene fornita anticipatamente dallo staff del locale). Tutto molto “proibizionistico”.
L’anima del locale è ben rappresentata dal sottofondo musicale vintage e dalle luci soffuse. Anche gli arredamenti concorrono a formare uno stile da “speakeasy rivisitato”, che si stacca dall’immaginario collettivo del locale proibizionista, ma che, mantenendone i principi di riservatezza, si proietta verso la modernità. Stampe esotiche alle pareti, stupendi tessuti a rivestire le sedute, sagome di matrone africane: un mix esplosivo, una vera ventata d’aria fresca per questo genere di locale.
Photocredit@Donkeyfacebook
Ogni ambiente ha una sua identità ben precisa. A partire dalla Cigar room, una sala – unica nel panorama bolognese – in cui fumare sigari provenienti da ogni angolo del mondo, dai toscani ai cubani, abbinando la bevuta che meglio si adatta al tabacco scelto. Ma la vera sorpresa del Donkey è la Cripto lab, uno spazio che, durante il giorno, è usato dai barman per sperimentare nuove creazioni e che, la sera, si trasforma in una sala privé. Una sala intima, con pochi posti a sedere, in cui non solo godersi un drink, ma conoscere da vicino il “dietro le quinte” del mondo della miscelazione.
Al bancone del bar, la filosofia del Donkey è “tanto arrosto e poco fumo”. La drink list va dritto al punto e presenta i drink che hanno fatto la storia della mixology, rivisitati in chiave moderna. Cocktail sobri, senza guarnish e con pochi ingredienti, ma con una grande attenzione alla stagionalità dei prodotti, che si riflette in una drink list aggiornata mese per mese. Qualche proposta che vi faccia subito venire una pazza voglia di bere? “I soliti ignoti”, con Wild Turkey Rye, acqua di cedro, pompelmo rosa, basilico e spuma di yuzu e carbone. O magari “Il Margarita di Tommaso”, a base di Patron Tequila alla salvia, mela acidificata, sciroppo di agave ed essenza di bergamotto. E poi come non lasciarsi conquistare dal “Vecchio stile”, a base di whiskey infuso con gli scarti della fava tonka, estratto di mentuccia lavorato a sciroppo e un mix di bitter.
Photocredit@Donkeyfacebook
Tutto questo bere, poi, vi metterà sicuramente fame. Niente paura perché il Donkey dispone anche di una cucina. Il menù è, come per i drink, snello e incentrato principalmente sulle tapas. Nonostante questo, sono presenti anche proposte più “sostanziose”, come ostriche, calamari in salsa, gamberi rossi “cotti” nel lime, foie gras e Jamon iberico. Vi abbiamo convinto? La location del Donkey la conoscete. Tutto il resto è un mondo da scoprire.