Bologna è terra di tradizioni e osterie. Per anni – e in parte ancora oggi – si è preferito valorizzare i sapori di una volta e gli odori che uscivano dalle cucine delle nostre nonne, in un imprinting gastronomico che, spesso per scelta, fugge dai piatti più gourmet e ricercati. Un vuoto che, dal 2008, è stato ben colmato da I Portici, unica stella Michelin della città.
Il ristorante è ricavato nell’omonimo hotel all’interno di Palazzo Maccaferri, edificio in stile Liberty di fine Ottocento. I magnifici spazi affrescati dell’ex Teatro Eden Kursaal ospitano oggi la grande sala da pranzo: una location capace di farvi respirare l’atmosfera dei café-chantant degli anni ruggenti della Belle Epoque. Ancora più ricca di storia è la Ghiacciaia medievale che conservava le derrate alimentari di Rocca di Galliera, la sede del governo pontificio. Dopo aver attraversato sette secoli (e un’operazione di restauro), le volte in pietra e il pavimento trasparente, con vista sulla cantina del ristorante, offrono un’esperienza di degustazione “stellata” unica nel suo genere. L’offerta comprende anche la Pizzeria Portici, per chi preferisce una cucina più informale sopra una romantica terrazza, e Bottega dei Portici, un take-away che affascina con la lavorazione a vista dei tortellini.
Il menu è affidato a Emanuele Petrosino, 33 anni, premiato nel 2019 come giovane chef dell’anno dalla Guida Michelin. La sua cucina è un divino omaggio al made in Italy senza lasciarsi limitare, però, dall’idea del km 0 che vieterebbe eccellenze quali la Fassona, la mozzarella di bufala Dop e il pesce del Mediterraneo: non metterli a tavola sarebbe davvero un delitto. Naturalmente, è ben presente anche il territorio, fin dal nome del menu, “Vagando per l’Emilia”, che si articola in tre diversi percorsi degustazione. “Nel Blu…” ci fa vivere i sapori e i profumi del mare, con triglia alla puttanesca, raviolini del plin ai crostacei e brodetto romagnolo e baccalà, zucche e tartufo. “Terra nostra: l’Italia” racconta un viaggio in cui i piatti della tradizione vengono reinterpretati in una tavolozza di gusti ricercati e moderni: pollo e patate, spaghettone ai pomodori e coniglio alla cacciatora. Conclude la selezione il percorso “Vegetariano” che sprigiona tutti i colori della terra, dall’uovo Fabergé al tortello di parmigiano 36 mesi con fagioli, scarola e peperoni “cruschi”, ossia croccanti perché essiccati e fritti.
Chi ama le sorprese può affidarsi completamente alle mani di Petrosino con la proposta “Chef Emanuele, pensaci tu…” che in cinque, sei o sette portate vi farà vivere un’esperienza sensoriale senza precedenti. Se, invece, volete muovervi liberamente fra le diverse portate, il menu à la carte è quello che fa per voi: troverete piatti “inediti” come la tartare di Marchigiana o il dentice arrosto. L’ampia carta dei vini, conservati nella Ghiacciaia dal sommelier Consuelo Giovetti, spazia fra l’Italia e la Francia, con qualche piccola suggestione di bianchi tedeschi e austriaci.
Una location ottocentesca che si affaccia sulla via dello shopping, un ristorante che passa da sale affrescate a volte medievali e uno dei migliori chef della sua generazione: è facile capire perché la Guida Michelin abbia premiato I Portici. Una stella che brilla sulla cucina di Bologna.