Fine dell’anno, tempo di tirare le somme. In una città dove sembra non mancare nulla e lo skyline si estende di giorno in giorno, ecco una lista di ciò che – giungendo alla conclusione di questo anno ricco di aperture – giudichiamo ora indispensabile, e di cui non potremmo più fare a meno.
TRADIZIONALE | CRACCO IN GALLERIA
Galleria Vittorio Emanuele II
Nel voler creare un ristorante nel “salotto” di Milano, la Galleria, lo chef Carlo Cracco non ha lasciato nulla al caso: nasce così una realtà gastronomica ambiziosa e polivalente, con stella Michelin, dove godere attimi di bellezza e buona cucina dalla prima colazione al dopo teatro. I sapori della più ricercata cucina italiana si fondono con il gusto per l’innovazione e la ricerca in tre diversi ambienti: il cafè, il ristorante e la cantina. Ma il progetto include anche la Sala G. Mengoni, destinata ad eventi privati, e la Galleria Cracco, che coinvolge artisti contemporanei in interventi site specific. Il Ristorante Cracco condensa il meglio del made in Italy e di Milano in un’esperienza di ristorazione studiata per affascinare tutti e cinque i sensi.
PIZZA | COCCIUTO
Via Bergognone, 24
Una location anticonvenzionale per l’ultima creatura di Paolo Piacentini e Michela Reginato: newyorkese e urban-chic, lontanissima dall’ideale classico di pizzeria. E invece la pizza c’è, ed è straordinaria: dopo una selezione di materie prime che ha portato i patron dell’attività in giro per l’Italia alla ricerca del meglio delle gastronomie regionali, e una cura dei dettagli percepibile anche agli occhi meno attenti, è nato Cocciuto, dove la pizza è nel rispetto della più autentica tradizione partenopea. Ad accompagnarla, etichette di vini italiani e francesi, birre, e cocktail per chi alla mixology non rinuncia neanche in pizzeria. Serviva un’altra pizzeria a Milano? Forse no, ma Cocciuto era assolutamente indispensabile.
REGIONALE | FUD BOTTEGA SICULA
Via Casale, 8
Leggendo “Non si vive di sola polenta” molti potrebbero impallidire: ma FUD, in zona Navigli, non boicotta la cucina settentrionale, propone e invita a scoprire le eccellenze della gastronomia sicula in modo ironico e autentico. Un ristorante-bottega che racconta la Sicilia senza inutili virtuosismi, piatti semplici e contemporanei rivisitati in chiave siciliana: hamburger, panini, salumi, formaggi, fritti, vini e birre mostrano le migliori materie prime di una terra che non ha prodotto solo arancini e cannoli, ma racchiude un mondo degustativo inesplorato. L’ambiente è accogliente e informale: l’ideale per abbandonarsi e viaggiare alla scoperta di sapori sconosciuti, nel segno di un progetto che ha alle sue fondamenta la valorizzazione di questa regione.
POKE | POKEIA
Via Magolfa, 25/27
Milano è da sempre sensibile alle influenze di tutte le culture del mondo, talvolta passeggere, altre volte destinate a consolidarsi. Questa volta il trend in fatto di ristorazione è colorato, salutare ed esotico: direttamente dalle Hawaii al capoluogo meneghino è arrivato il poké, e possiamo affermare che si tratti di una relazione destinata a durare. Dove gustarlo? Da Pokeia, ovviamente. Le iconiche bowl possono essere personalizzate scegliendo base, proteine, aggiunte (come frutta e verdura), salse e crunch; se invece volete affidarvi al gusto dello chef Vincenzo, sono presenti cinque bowl signature, con ingredienti ricercati e abbinamenti nati per esaltare le materie prime. Tra i poké plus spicca una bowl monthly, che prevede esclusivamente ingredienti italiani stagionali. Siamo nel regno del poké, ovviamente, ma questo angolo total pink all’ombra dei navigli propone un’offerta diversificata: tacos, (coloratissime!) zuppe e tre diverse mousse come dessert, per chiudere in dolcezza. Fantasticando sulle Hawaii difficilmente riusciamo a immaginarci senza un drink tra le mani: la proposta, studiata dai ragazzi del Mag Cafè, è una certezza. In carta birre hawaiane, il Negroni del Marinaio – celeberrimo drink del Mag – e altri cocktail studiati appositamente per questo angolo esotico, come Ohana Mule, Makai Sour e Lei Tonic. Se sognate Honolulu, potete raggiungere le Hawaii senza prendere l’aereo; possiamo proprio dirlo, #TooGoodToStayHawaii!
PESCE | DA I GEMELLI
Via S. Marco, 26
Se siete quel genere di persona che più di una volta ha valutato l’idea di una trasferta in Liguria per assaporare portate di pesce fronte mare, questa apertura vi avrà decisamente fatto tirare un sospiro di sollievo. Dal Levante Ligure, Paolo e Matteo Giovannini hanno aperto una seconda location del loro amatissimo ristorante di Portofino in via San Marco. Non potevano che scegliere Brera per la loro avventura meneghina, e la location rispetta quello che si aspetta da un ristorante di Portofino: elegante e sofisticata, con bancone a vista e zona lounge. Se il mare a Milano non sono (ancora) riusciti a portarlo, con tutto il resto ci siamo pienamente: da provare gli scampi “alla gemelli” e gli insuperabili crudi.
CARNE | MACELLAIO RC
Via Fiori Chiari, 32
Nel regno della carne, a dominare è una regina: la fassona piemontese, macellata sopra i quattro anni e frollata dalle 7 alle 9 settimane. Una macelleria sui generis è quella che ha aperto in via Fiori Chiari, arteria pulsante di Brera. Il menù proposto, sotto forma di pagina di giornale, è suddiviso in cicchetti, antipasti, mains&grill, primi piatti e pastificio ligure. A unire le diverse portate è l’amore per la semplicità e la cura della materia prima, degli allevamenti e delle carni: ne è scaturito un ristorante che ha saputo coniugare le migliori carni piemontesi, declinate in tartare, costate, battute e contaminazioni liguri, tra i primi figurano infatti trenette al pesto e ravioli al tocco.
ETNICO | SHIMOKITA
Via Archimede, 14
Gli hipster di Milano erano saturi dei classici ristoranti giapponesi sparsi a macchia d’olio per la città. Ecco perché l’apertura di Shimokita a Porta Venezia è stata acclamata: prende il nome dal quartiere più alternativo di Tokyo e ci presenta la terra nipponica in una prospettiva totalmente inedita. L’ambiente è street, niente paraventi o ideogrammi alle pareti, e la proposta gastronomica è integrata con l’ambientazione: giapponese, certamente, ma rivisitato. Rolls, tapas, popcorn di gamberi e sushi gelato sono alcune delle proposte più particolari, a cui è vietato non accompagnare un signature cocktail d’ispirazione orientale, a base di sake o umeshu. Se pensavate che aperitivo e sushi non fossero concetti conciliabili, Shimokita è pronto a dimostrarvi il contrario.
PASTICCERIA | LA PASTICCERIA DI IGINIO MASSARI
Via Guglielmo Marconi, 4
Una pasticceria in una banca non si era mai vista. Se poi quella pasticceria nasce dall’estro di Iginio Massari, Maestro dei Maestri del lievito madre, per citare soltanto uno degli ultimi riconoscimenti ricevuti, la notizia si fa ancora più interessante. Situata alle spalle del Duomo, è una boutique del dolce moderna, luminosa e raffinata. Ideale anche per bere un caffè al bancone, anche se sappiamo perfettamente che gli occhi – e soprattutto i palati – saranno puntati sui prodotti di pasticceria: un tripudio di torte, praline, cremini, colombe e panettoni, ma anche mignon e monoporzioni per chi vuole concedersi solo un piccolo sgarro. Da quando non è più necessario recarsi a Brescia per provare l’estasi delle creazioni del Maestro Massari, trattenersi è quasi impossibile.
STREET FOOD | BOMBA NIKO ROMITO
Piazza XXV Aprile, 12
Occorre partire dall’inizio: la “bomba” è una pasta lievitata e fritta, ma comunque leggerissima, che in ultimo viene farcita. Era il dolce più amato della pasticceria di famiglia dei Romito a Rivisondoli, e lo chef Niko Romito ha voluto offrirle un tributo. Ecco come nasce il concept Bomba, dove lo street food subisce la rivisitazione e la valorizzazione che solo uno chef stellato può dargli. La bomba viene proposta sia salata – con le tre speciali varianti gourmet – sia dolce, con zucchero, crema pasticcera, crema gianduja o confettura di albicocche o dessert, più elaborata mediante la farcitura con gelato e liquore. Da provare “bombamisù”, unione di bomba e tiramisù. Lo scoppio di una bomba non è mai stato così apprezzato!
COCKTAIL | TALEA
Via Argelati, 35
Un concetto di cocktail bar che mancava, forse perché non si tratta semplicemente di cocktail, ma di sperimentazione, esperienza, fusione con gli elementi della natura: il tutto in una struttura ricettiva di lusso. Accogliente e seminascosto, non è un locale in cui si capita per caso. Si va da Talea perché desiderosi di provare l’idea liquida e multiforme che ha impresso Filippo Sisti ai suoi cocktail: in essi si assommano l’arte della mixology e la ristorazione, e il risultato è da gustare lentamente, cogliendone ogni sfumatura. La perla di Talea è poi il Vivarium, una sala, disponibile su prenotazione, in cui è possibile vedere il barman e il suo team impegnati nel preparare un menù degustazione dedicato.