L’espressione “oasi di pace” è senza dubbio inflazionata: mi dichiaro colpevole, io stessa, di averla usata centinaia di volte, un po’ per pigrizia mentale un po’ per moda, ma nel caso del ristorante e bistrot La Latteria, all’interno di Cascina Nascosta, non riesco veramente a pensare a una definizione più calzante. Questa vecchia cascina, un segreto ben custodito tra le fronde degli alberi secolari, fino a pochi anni fa veniva utilizzata esclusivamente come sede dell’ufficio tecnico del Parco Sempione e come magazzino degli attrezzi per la manutenzione del verde. Oggi, grazie a un bando pubblico promosso dall’Assessorato al Verde, Benessere e Qualità della Vita, è diventato uno spazio sostenibile e inclusivo, comprendente un caffè, un ristorante, una ciclofficina e falegnameria, spazi per corsi, eventi ed attività ludiche e un orto didattico. Il bello di questo luogo è che nonostante ora sia aperto a tutti, resta comunque ancora nascosto; un po’ come nelle favole, per trovarlo bisogna crederci veramente e guardarsi intorno con occhi diversi. Protetto da due terrapieni, pur trovandosi proprio sotto la visibilissima Torre Branca, e appena dietro la Triennale, sfugge alla vista dei passanti distratti, il che contribuisce a suscitare quella sensazione di straniamento e pace, per cui al suo interno, così ovattati e abbracciati dalla natura circostante, sembra quasi di non essere a Milano.
La sostenibilità, fil rouge di tutte le attività della Cascina, sta alla base del concept del ristorante/bistro La Latteria, aperto a pranzo e a cena, ma piacevolissimo anche solo per una colazione, una merenda o un aperitivo a base di prodotti semplici, attenti alla stagionalità e spesso coltivati biologicamente e provenienti da produttori selezionati, che possono anche essere acquistati in loco nella piccola bottega. Guidato dallo chef Andrea Bertolucci, La Latteria offre sia piatti totalmente vegetali, sia a base di carne, scelta attraverso criteri quali la filiera corta e controllata, la sostenibilità produttiva e la stagionalità, sia di pesce, proveniente da pesca o acquacoltura certificate italiane.
Il tutto con un obiettivo ben preciso: quello di stimolare la clientela ad alimentarsi in modo consapevole, e restituire al cibo un valore più autentico. Per questo, qui le materie prime vengono trattate con massimo rispetto, cercando di evitare al massimo gli sprechi e, per quanto è possibile, di riutilizzare al meglio gli scarti. Sulla stessa scia anche la carta dei vini, tutti biologici e provenienti da aziende che producono in modo consapevole e sostenibile.
Il menù cambia ovviamente a seconda dei periodi dell’anno, ma ci sono classici sempre apprezzati come il tagliere di formaggi a filiera corta e da Presidio Slow Food o il Trittico Lombardo, con salame, coppa e lonzardo di Sandro Passerini, bretzel e giardiniera artigianale o i mondeghili, realizzati secondo la ricetta originale milanese. Come primi capita di passare dal tipico risotto al salto, alle orecchiette fino a un dahl di lenticchie e come secondi dal roast beef al brasato con polenta, fino alla farinata. Una menzione speciale, se passate di qui a metà mattina, per le deliziose torte artigianali preparate per la colazione.
E, ultimo ma non ultimo, l’atmosfera è certamente uno dei plus de La Latteria: sotto al portico, tra tavoli e sedie di recupero, circondati dal verde e attorniati da file di lucine, lo stress scompare e Milano sembra perfino più romantica. Ovviamente c’è uno spazio interno riparato dalle intemperie, ma il cortile è talmente magico che anche d’inverno vale la pena sfidare il freddo e bersi almeno un caffè all’aperto.