Sono finiti i tempi in cui bramavamo un bicchierone take away con su scritto il nostro nome per girare in città come nei film americani con una dose gigante di caffeina. Dopo lo scenografico Apple Store in Piazza del Liberty non poteva che mancare la celebre caffetteria americana per sancire Milano come città al passo con le grandi metropoli internazionali. Il colosso americano Starbucks è, infatti, approdato, quasi letteralmente, all’ombra della Madonnina, visto che lo store si affaccia in Piazza Cordusio, a due passi dal Duomo.
La location scelta per lo Starbucks più grande d’Europa è lo storico edificio che si affaccia sulla piazza che un tempo ospitava le Poste e ancora prima era sede della Borsa Valori. Giovedì 6 Settembre piazza blindata e chiusa al traffico per la trionfale inaugurazione dello store: coro, orchestra e maxi schermi che proiettavano il film sul rapporto tra Milano e Howard Schultz, il fortunato fondatore della catena, per una selezionata lista di invitati che per primi hanno ammirato l’arrivo della tanto attesa caffetteria made in USA in Italia. E quindi da venerdì 7 via a code chilometriche di curiosi.
Dimenticate l’aspetto tipico degli Starbucks in cui siamo soliti rifugiarci in vacanza nelle capitali: il punto vendita Milanese è la terza Reserve Roastery del gruppo, dopo quelle di Seattle e Shanghai. La torrefazione a vista consente di ammirare in prima persona giornalmente la macinatura e tostatura del caffè. Gli interni ariosi, dai soffitti alti, ricordano un’ex area industriale ma arredata con cura ed eleganza. All’esterno invece, alcuni tavoli per godere del via vai cittadino comodamente seduti sotto eleganti gazebi che ricordano delle voliere.
I cambiamenti non si limitano a decoro e architettura. In ossequio alla tradizione italiana del caffè e alla sensibilità nostrana in materia di espresso lo Starbucks milanese ha un menù creato ad hoc, studiato pensando ai prodotti, alle ricette e alla cultura gastronomica italiana. Ecco quindi che Frappuccino e Pumpkin Spice Latte lasciano il posto a espresso e marocchino accompagnati però dagli ormai popolari Macha e Chai Latte. E grazie alla partnership con Princi il bancone sarà quotidianamente fornito di pizze, focacce, dolci e torte della catena milanese. Italianissimi anche i gelati e i sorbetti molecolari del torinese Alberto Marchetti, celebre per la mantecazione con l’azoto liquido.
Anche i piatti in carta sono tipicamente italiani con caprese, parmigiana e lasagne. La vera novità per casa Starbucks è l’ “Arriviamo bar”, collocato al mezzanino, uno spazio dedicato a una tradizione 100% nostrana, l’aperitivo. Ma siamo tutti sensibili agli spoiler quindi basta con le anticipazioni, aspettate il vostro turno pazientemente in fila e scoprite novità, grandi classici e miscele esclusive del primo Starbucks italiano.
Entusiasti e delusi potranno osservare nei prossimi mesi la relazione tra gli italiani orgogliosi dell’espresso e la caffetteria americana e trarre i propri bilanci. Mentre i nostalgici della caffetteria nel suo aspetto e col suo menù tradizionali saranno rassicurati dal rumor di nuove aperture in città. Si dice che i prossimi store milanesi saranno molto più simili agli Starbucks sparsi in giro per il mondo in cui poter – finalmente- gustare un enorme Frappuccino con panna.