Non ha bisogno di presentazioni Alessandro Borghese, chef e istrionico intrattenitore televisivo, padrone di casa di vari format Tv di successo, tra cui Quattro Ristoranti e Celebrity Chef. Un po’ meno conosciuto al grande pubblico è il suo concetto di cucina, ma a questo si pone facilmente rimedio: basta prenotare un tavolo nel suo ristorante di Milano. Aperto nel 2017 non lontano dai grattacieli di City Life, e ospitato in uno storico edificio progettato da Gio Ponti, “AB: il lusso della semplicità”, esprime già nel nome i tratti salienti della cucina di Borghese, così come della sua personalità: genuinità, sincerità ed eleganza. “Cucinare è un atto d’amore, voglio trasmettere un’emozione, voglio compiacere chi viene a trovarmi, voglio far felice i miei ospiti”, ha dichiarato lo chef in occasione dell’opening.
Caratteristiche queste che si rispecchiano anche nel concept architettonico: a partire dalla cucina a vista, che rimanda a un concetto di trasparenza, fino agli studiatissimi giochi di luce, che, già dall’ingresso, conferiscono calore, eleganza e uniformità, unendo idealmente tra loro i vari ambienti e donando risalto al bancone del bar, così come al raffinato soffitto spatolato oro. Un’estetica personale e ricercata, indubbiamente moderna, ma con tocchi retrò, quella scelta per “AB: il lusso della semplicità”, che sembra rendere omaggio alle navi da crociera nelle cui cucine lo chef mosse i primi passi. In realtà si tratta di uno spazio, anzi di una “location”, come direbbe Borghese, multifunzionale: mostre d’arte ed esposizioni temporane si affiancano alle opere della collezione permanente e impreziosiscono ulteriormente gli spazi polivalenti del ristorante, a cui si aggiungono la sede della società di ristorazione e catering dello chef, un laboratorio di pasta fresca e sale per banchetti, eventi e corsi di cucina.
Il menu qui da “AB: il lusso della semplicità” cambia in base alla disponibilità e alla stagionalità della materia prima e rende omaggio alla tradizione italiana e in particolare alle regioni a cui Borghese, di famiglia campana ma naturalizzato romano, è più legato. Ecco quindi alternarsi in carta la genovese, i tortelli di pasta fresca, pasta e patate, e l’immancabile cacio e pepe, uno dei capisaldi della cucina romana. Il tutto ravvivato qua e là da un tocco contemporaneo internazionale, anche perché non dobbiamo dimenticare che lo chef e nato e ha vissuto negli Stati Uniti, Paese a cui rende un velato omaggio con secondi di carne accompagnati da salse voluttuose, pietanze arricchite da burro acido e patate alla brace. Strizza l’occhio alle tendenze contemporanee internazionali anche la carta dei dessert, ma – chi segue Quattro Ristoranti lo sa – non può mancare il tiramisù, tra i dessert preferiti dello chef, che qui viene rivisitato in versione leggermente alcoolica, aggiungendo il marsala al mascarpone e inzuppando il savoiardo nella kahlua.
Fedele alla sua immagine ironica e creativa, chef Borghese propone anche una serie di voucher, sottoforma di divertenti Ab Card, corrispondenti ad altrettanti percorsi gastronomici, da regalare o regalarsi, disponibili anche in versione totalmente vegetariana.