L’acanto è una pianta erbacea dalle grandi foglie che hanno ispirato le decorazioni dei capitelli corinzi, con fiori dalle delicate sfumature bianche, rosee e violette, ed è sinonimo di prestigio e benessere. Acanto è quindi il nome perfetto per il ristorante dell’hotel Principe di Savoia, un’oasi di pace con giardino interno, situata al centro della brulicante Piazza della Repubblica, che coniuga uno stile e una sofisticatezza d’impronta classica con elementi di design e una proposta gastronomica conviviale e contemporanea.
L’ambiente, sofisticato e di classe, tra lampadari in vetro di murano e altri che ricordano un astrolabio, poltroncine retrò in velluto e splendidi pavimenti in marmo decorato, è rilassante e accogliente, grazie alle grandi vetrate a tutta parete con vista sul giardino all’italiana che regalano una luce impagabile, e ai grandi tavoli ben distanziati. Un’atmosfera perfetta sia di giorno, per un business lunch o per momenti conviviali, sia la sera quando, complice il sapiente gioco di luci modulabili, diventa il luogo perfetto per una cena romantica. E dalla cucina a vista, realizzata da Paul Valet, firma dei più prestigiosi ristoranti del mondo, si può ammirare lo spettacolo degli chef intenti nella preparazione dei piatti.
Inaugurato nel 2006, il ristorante oggi si rinnova con l’obiettivo di aprire le sue porte anche ai milanesi che abitualmente non sono soliti frequentare gli hotel della loro città, e per farlo punta su uno chef giovane e talentuoso: Matteo Gabrielli. Originario della provincia di Varese, vanta molteplici esperienze: ha iniziato la sua carriera a Londra nel mondo dei ristoranti e dell’hotellerie di lusso, lavorando a fianco di chef stellati, tra cui Heston Blumenthal. Quando ha deciso di rientrare in Italia, ha collezionato altre esperienze stellate e nel 2019 è infine approdato all’Hotel Principe di Savoia dove, dopo aver ricoperto il ruolo di sous chef per 4 anni, oggi ha accettato la sfida di assumere la guida di Acanto.
La cucina di Gabrielli è creativa e sperimentale, pur mantenendo salda la tradizione legata alle sue radici lombarde: la carta comprende una sezione dedicata ai grandi classici della cucina italiana, arricchiti da un tocco di originalità e innovazione, sempre utilizzando materie prime di alta qualità. Ne sono un esempio il risotto Carnaroli Parco del Ticino, con crema di patate, cozze e pecorino, il baccalà confit con spuma di topinambur, crumble di lievito madre e salsa verde o la pancia di maialino con timballo di verza, mela fermentata e jus alla senape, ma c’è anche un sempreverde Ossobuco con gremolata e pure di patate. Sia a pranzo sia a cena, gli ospiti possono inoltre scegliere uno speciale percorso di degustazione composto da 6 portate.
L’appuntamento imperdibile della domenica per tutti i milanesi, è quello con il brunch, che qui ad Acanto dalle 12.30 alle 15.00 delizia la clientela con cinque isole tematiche (antipasti, ricette vegetariane, panetteria, ostriche e crudi di mare, formaggi e salumi dop), i piatti espressi degli chef a base stagionale e, dulcis in fundo, le creazioni del pasticcere Beniamino Passannante. Il tutto a ritmo di musica dal vivo.