Aperto in tempi non sospetti nel cuore di un’isola pedonale – idilliacamente senza traffico – della periferia est di Milano, da poco ribattezzata con l’acronimo NoLo (north of Loreto), il ristorante Manna si fa portavoce di un’ondata rivoluzionaria del concetto di ristorazione gourmet.
Specchio e alter ego del suo deus-ex-machina Matteo Fronduti, che, per chi non lo sapesse, ha anche conquistato lo scettro di Top Chef Italia dell’anno, sfoderando grande tecnica culinaria, personalità ribelle e altrettanta tagliente abilità oratoria. Come la periferia anche la sua cucina è fatta di incontro/scontro tra elementi diversi, punti di congiunzione inaspettati, contrasti armoniosi e rifiuto delle etichette.
Ho avuto l’opportunità di vivere una serata speciale da Manna grazie a Delizialy, la community di foodlovers che propone un nuovo modo di uscire a cena a base di esperienze esclusive con menù inediti creati dai migliori chef di Milano, pensati per chi ama sperimentare e vivere esperienze sempre nuove nei suoi ristoranti del cuore. Una volta entrata, noto che nel locale vige uno stile minimal mixato a dettagli dall’allure retrò, come il bancone all’ingresso che strizza l’occhio agli arredi iconici delle trattorie di un tempo e alcuni elementi stranianti – vedi i tavoli ribaltati appesi al soffitto nella seconda saletta.
Ma la vera sorpresa è il percorso degustazione creato dallo Chef Fronduti per la serata by Delizialy dal titolo “Milan l’è un Gran Milan”, un omaggio alla bellezza di Milano e alla tradizione meneghina, ovviamente alla maniera di Manna ça va sans dire. La cena inizia con “Uovo al Cereghin Sbagliato”, che parafrasando trattasi di uovo cotto – perfettamente – a bassa temperatura, affogato in crema di patata soffice, Grana Padano e tartufo nero, che fa da apri porte al grande protagonista della cucina di Manna ovvero il risotto, proposto secondo il mood della serata nella versione “alla milanese” con l’inconfondibile mantecatura – signature di Matteo Fronduti.
Proseguendo questa esperienza alla scoperta della cucina di Manna incontro un piatto che sembra essere la perfetta sintesi della sua idea di cucina, il “Riassunto di Cassouela”, dalla presentazione curiosamente minimale che svela pochi tratti in comune con quello presentato dalle nonne sulla tavola della domenica. Una creazione giocata fra pennellate di colore e guizzi concettuali alla ricerca dell’equilibrio perfetto dei sapori, un piatto che esprime l’immagine di Matteo Fronduti di “cucina reazionaria”, fatta di rimandi a piatti della tradizione, riproposti con uno stravolgimento straniante rispetto all’immagine classica.
La conclusione è in dolcezza con una torta alle mele la cui croccantezza rievoca una tarte tatin. Ma la vera conclusione della serata è che l’esperienza da Manna è vincente e tutta da sperimentare, da scoprire e riscoprire, perfetta per gli amanti della cucina che non rincorre etichette, piena di coraggio, di passione e voglia di osare, oltre che fatta di ricerca continua, materie prime di alta qualità e un ottimo rapporto qualità-prezzo, non facile da trovare a Milano.