Un indirizzo meneghino che prende il nome da un fumettista francese – Jean Giraud. Qui, però, non si parla tanto di disegni, quanto più di idee e piatti; e la mano è quella stellata (due volte) dello chef Enrico Croatti. Moebius è un “terreno” fertile in cui prosperano indisturbati design, cucina e musica, circoscritto al civico 25 di via Alfredo Cappellini a Milano, tra la vivacità del quartiere di Porta Venezia e l’andirivieni della Stazione Centrale. In parte Bistrot, in parte lounge bar, in parte store di vinili, in parte Osteria rivoluzionaria: si tratta di un nuovo spazio dall’attività poliedrica, dove ci s’incontra, si segue il flow delle playlist, si mangia e si beve divinamente.
Cose e concetti che costituiscono il Moebius sono stati posizionati sotto lo stesso tetto nel miglior modo possibile. Qualsiasi passaggio, che sia esso di colori, luci o stili, risulta sempre dolce e mai brusco. Con lo sguardo non ci si stanca di curiosare.
La cura dei proprietari verso ogni dettaglio ha investito gli interni di una silenziosa ma potente raffinatezza che non ha per nulla bisogno di essere ostentata. L’atmosfera, difatti, è piacevole e fa rilassare sia chi indossa cravatta e tailleur sia chi preferisce maglietta e sneakers.
L’ingresso conduce alla sala principale. Balza subito all’occhio il social table di circa 30 coperti che vanta una posizione privilegiata al centro della stanza: una sorta di main stage in legno su cui sfilano pietanze e chiacchiere dei commensali. Lo stesso è poi spalleggiato da un mix di sedie, divani e tavolini a mo’ di salottino, che completano quello che è il Tapa Bistrot di Moebius. Il menù è un chiaro richiamo alla Spagna. Punta di diamante sono le tapas (ça va sans dire), elencate in batteria: un itinerario che dalle specialità di San Sebastian porta fino alle tradizioni della Costa Bianca, sulle orme della vita e dei viaggi dello chef.
Il Tapa Bistrot presenta un angolo dedicato alla vendita dei dischi e una zona bar, segnalata da un imponente bancone dietro il quale i bartender professionisti si destreggiano in una danza che segue i movimenti dell’arte della Mixology. Loro vi possono sorprendere con cocktail inediti come il Marcianeros – uno spettacolo anche solo alla vista -, o coccolare con i grandi classici della miscelazione, – se preferite rimanere nella vostra comfort zone.
Sospeso a mezz’aria a quattro metri dal suolo, c’è poi l’Osteria Gastronomica. La “navicella” di gusto che sfida le leggi un po’ rigide e noiose della gravità, dove Croatti dà il meglio di sé per lasciare chiunque a bocca aperta con due menù degustazione a scelta. Carne cruda ai ricci di mare, insalata di mare alla peruviana, riso al nero di bosco e cuori eduli, sono soltanto alcune delle opzioni del momento in carta. Piatti dall’indiscutibile audacia, creati con abbinamenti inusuali di ingredienti. Vere e proprie esplosioni di colore. Simili – non a caso – a certi capolavori dell’illustrazione di fantascienza.