Milano è eventi, ristoranti, scorci mozzafiato, negozi e boutique firmate, ma è anche una città dove la storia si intreccia alla leggenda. Questo legame ci porta indietro di alcuni secoli: ai tempi della dominazione spagnola e del periodo più cupo, gli anni della peste. Storie e leggende camminano a braccetto tra le vie del centro, una di queste vede come protagonista un antico e austero palazzo seicentesco che si trova in corso di Porta Romana 3, stiamo parlando di Palazzo Acerbi.
Conosciuto ai più per la famosa palla di cannone incastonata nella facciata – testimonianza militare delle Cinque Giornate di Milano – Palazzo Acerbi è conosciuto anche per essere, secondo una diceria popolare nata intorno al 1630, la dimora del Diavolo. Quello che oggi appare un imponente palazzo barocco dall’alto portone e dalle rifiniture in pietra, dagli interni maestosi e decorati (il Marchese sfidò la famiglia Annoni, proprietaria del palazzo di fronte, su chi avrebbe realizzato gli interni più belli), sede di uffici e appartamenti, ai nostri antenati del XVII secolo procurò non poche preoccupazioni e inquietudini.
Mentre in città divampava la peste, il Marchese Acerbi, incurante dei rischi della pestilenza, era solito dare – tra le ricche e sontuose sale della sua abitazione – feste e ricevimenti a cui partecipavano le personalità più in vista della Milano di allora. Musica, buon cibo, danze e risate si intrecciavano tra le sale riccamente ornate, mentre all’esterno dell’imponente portone borchiato, la pestilenza imperversava.
Nessuno di coloro che abitavano il palazzo venne mai contagiato dalla malattia, nonostante gli innumerevoli contatti con i malati e questo strano fatto fece nascere un terribile dubbio tra il popolo milanese: il Marchese Acerbi era forse il Diavolo in persona? Un popolano, passando di fronte al palazzo e vedendo le finestre illuminate, la musica e le carrozze che scaricavano dame dagli abiti sontuosi, non poté fare altro che chiedersi: come fa il Marchese a non ammalarsi? Come fa a non far entrare la peste nella sua residenza?
La Milano del 1630 era un focolare pestilenziale… forse davvero il Diavolo aveva deciso di trovare dimora in città, magari dando balli e feste durante le fredde ed oscure notti? Solo superstizione, forse. Osservando l’austerità di Palazzo Acerbi tuttavia, non si può non notare un volto dalle fattezze demoniache posto proprio sopra il portone principale…