È letteralmente il ristorante dei sogni di Claudio Antonioli, celebre imprenditore della moda (a Milano ha due omonimi multistore di lusso e il club underground Volt), che pur mangiando spesso fuori per lavoro, non riusciva mai a trovare un luogo in grado di soddisfare completamente il suo palato e la sua estetica e che lo facesse sentire “a casa”. Dopo aver adocchiato un palazzo dei primi del Novecento in disuso in zona Porta Genova e aver scoperto che da lì a pochi giorni sarebbe stato venduto all’asta, decide di acquistarlo. Nasce così Sogni, dopo due anni di lavori portati avanti dallo stesso fedelissimo gruppo di architetti che hanno curato il concept architettonico degli altri spazi meneghini di Antonioli, all’insegna di un restauro conservativo che ha solo rinfrescato la facciata ma stravolto gli interni, seppur nel rispetto di volumi e ambienti originali.
Diventato, a pochi mesi dalla sua apertura, uno dei locali preferiti della Milano creativa e modaiola, Sogni è un ristorante e cocktail bar che stupisce innanzitutto per l’estetica d’impatto. Sono ben 500 i mq qui declinati in vari spazi dalle differenti anime: una lobby dove intrattenersi sugli ampi divani in velluto, un bar con il grande bancone in zinco e legno per il dopocena o l’aperitivo, il “refettorio”, una sala ristorante dominata da una piattaia a tutta parete e da un lungo social table a ferro di cavallo, la “veranda”, un giardino d’inverno in ferro e vetro straripante di piante e la “gallery”, un corridoio che, dà luogo di passaggio, è stato trasformato in uno spazio raccolto per intime cene tête-à-tête.
Gli ambienti, curati al dettaglio, ma lungi dall’essere troppo perfetti, suggeriscono un’idea di intimità, di calore e di ovattata accoglienza, tra velluti, pareti scure, alti soffitti, divani a fiori e boiserie in legno, grandi orologi vintage, vasi di fiori e piante; una atmosfera da bell’époque, a tratti interrotta da dettagli decisamente contemporanei, come le boiserie metalliche o le enormi casse che sembrano essere state appena smontate dal palco di un concerto rock. Sono tante le suggestioni culturali ed estetiche e i contesti storici che hanno ispirato questi spazi cosi suggestivi: se l’ingresso e il “salotto” rimandano alle sale d’attesa delle stazioni ottocentesche, le grandi lanterne ricordano quelle dell’anagrafe di via Larga a Milano, i piatti esposti nella piattaia riprendono le fotografie di Karl Blossfeldt, mentre le toilettes, con le iconiche piastrelle bianche e nere, sono ispirate all’Albergo Diurno di Porta Venezia.
L’offerta culinaria di Sogni è perlopiù a base di pesce e verdure e punta sui sapori della tradizione italiana: niente fusion, niente artifici gourmet, ma una cucina che fa sicuramente la gioia di chi ama il mare e i sapori rassicuranti. Tra i piatti forti figurano crudi di pesce, spaghetti alle vongole, polpo alla brace e fritto misto, fino a proposte totalmente vegetariane, come la terrina di lenticchie di Norcia e la sempreverde parmigiana di melanzane. La cantina, coerente con la proposta gastronomica genuina ma curata e con il concept del locale, regala ampio spazio ai vini internazionali, con una predilezione per quelli d’oltralpe, senza tralasciare produttori biologici e artigianali.
Merita una menzione la curatissima selezione musicale. Del resto Antonioli, da grande appassionato di musica contemporanea qual è, non avrebbe potuto concepire il suo “sogno” senza la giusta colonna sonora.