Partiamo dalla fine: potrà sembrare un po’ banale, ma “non è stata una cena, bensì un’esperienza” è il commento di quasi tutti i clienti dopo aver cenato da IYO Omakase (se non ci credete andate a leggere le recensioni), ristorante tra i grattacieli di Porta Nuova che propone l’autentico stile omakase. Questa parola, che in giapponese significa “mi fido di te”, è un delicato invito a lasciarsi guidare dal sushi master, che sceglie personalmente il medesimo menù per tutti i (pochi) ospiti seduti al bancone. Qui ci si affida a Masashi Suzuki che riproduce fedelmente l’autentica tradizione della scuola Edomae-zushi di Tokyo: un rito rigoroso, basato sulla stagionalità e la selezione quotidiana del pesce più pregiato e sull’attenzione spasmodica al riso, che non viene relegato, come spesso succede, a semplice complemento.
IYO Omakase è una sorta di spazio “segreto”di circa 30 metri quadri situato all’interno del ristorante stellato AALTO (altra esperienza degna di nota, ma questa è un’altra storia), in cui predomina un bancone in legno: da una parte sette sgabelli per i commensali, dall’altra la postazione del sushi master e del suo secondo, pulitissima, lineare, chirurgica. Di fianco una vetrata che guarda verso la biblioteca degli alberi. Non serve altro, perchè a parlare è il menù, che vede tra i protagonisti i nigiri, serviti secondo una sequenza progressiva di grassezza del pesce e umami: prima il pesce bianco, poi quello rosso, come il tonno, con le sue diverse versioni, poi quello marinato e infine quello cotto.
Te li porge direttamente il master sushi uno alla volta e si mangiano rigorosamente con le mani, in un sol boccone e senza necessità di condimenti aggiuntivi…ad esaltare texture e sapori ha già pensato lui. Ma sono a prova di wow anche il sashimi e gli assaggi della tradizionale cucina giapponese, al vapore o grigliata e, passaggio immancabile nel percorso omakase, la zuppa, preparata con materie prime stagionali (si, anche la zuppa è memorabile).
La carta dei vini di IYO Omakase, ristretta ma ragionata, offre buone etichette italiane e francesi, ma i più tradizionalisti possono optare per un percorso di sakè in pairing con le varie portate. Concludono l’esperienza il dessert e una tazza di te’ matcha, spesso seguiti da assaggi di distillati tradizionali serviti direttamente da Masashi Suzuki, che, se avete scelto il secondo turno (ci sono due orari per la cena, uno alle 19,00 e uno alle 21,30) ha finito di lavorare e può finalmente sbottonarsi un pochino…ma giusto un pochino, è pur sempre un rigoroso sushi master!