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Secco o Profumato? A ognuno il suo Gin

Quando si tratta di gin ognuno ha i suoi gusti: chi ama le versioni più secche e chi quelle più profumate. Ma quali sono le differenze tra le due? A chi è consigliata una varietà piuttosto che l’altra? E con cosa si abbinano al meglio? Ve lo raccontiamo noi

Il gin è un prodotto molto amato, che negli ultimi anni, grazie al suo carattere forte e distintivo e al suo bouquet aromatico è entrato da protagonista sulla scena della mixology internazionale, ma di cui forse pochi conoscono la lunga e controversa storia. L’antenato del gin è il Jenever, un fermentato di cereali cui venivano aggiunti zucchero e botaniche in infusione, creato nel 1658 e inizialmente utilizzato a scopo farmaceutico. In realtà distillati e liquori di ginepro erano molto utilizzati anche in Italia a scopo medicinale, ma fu nell’Inghilterra della fine del 1600 che il gin, spesso di bassissima qualità, ebbe un vero e proprio boom, tanto da venire additato come colpevole dell’alcolismo delle fasce più povere della popolazione. Per questo motivo, nel 1751 re Giorgio II fu costretto a promulgare il Gin Act per proibirne la vendita in locali non autorizzati. Nel frattempo, nel 1742 Alexander Gordon aveva aperto proprio a Londra la prima distilleria legale, dando così i natali al London Dry, ovvero la varietà di gin oggi più diffusa. Altrettanto curiosa, e sempre a fine curativo, è la storia di uno dei match più celebri del gin, quello con la tonica: furono i soldati inglesi d’istanza in India a cominciare a utilizzare questo distillato, unito a zucchero, acqua e a qualche fetta di limone, per mitigare il gusto amarognolo dell’acqua di chinino, comunemente usata come antimalarico. A tal proposito, Winston Churchill ha famosamente dichiarato «Il Gin&Tonic ha salvato più inglesi di tutti i dottori dell’Impero».

Bacche di Ginepro

Gin secco o profumato?

Dopo questo doveroso excursus storico, torniamo però al presente. Il gin moderno è regolato da parametri piuttosto rigidi: deve originare da un alcol etilico di origine agricola, in cui quindi possono essere usati solo aromatizzanti naturali, ricavato per fermentazione di cereali di ottima qualità, il sentore di ginepro deve essere predominante e la gradazione alcoolica non può scendere sotto i 37,5 Abv. La versione dry presenta un bouquet forte e deciso e dall’aspetto cristallino, ed è sicuramente la preferita degli estimatori degli spirits, di chi è già abituato a sapori intensi e non ama particolarmente i distillati tendenti al dolce o troppo aromatici. La dicitura dry, infatti, non si riferisce tanto a consistenza e sapore, quanto alla presenza o meno, oltre al ginepro, di zucchero e di altre botaniche che ne alterino il gusto originario. Proprio per questo suo carattere “duro e puro”, e per il suo retrogusto asciutto e persistente ma mai troppo aggressivo, il gin dry è ideale sia per il consumo in purezza, sia come base per i cocktail più diffusi. In questo caso è perfetto l’abbinamento con agrumi, come limone, lime e pompelmo e con il cetriolo, che esaltano la freschezza della miscelatura e regalano un tocco aspro. A livello di pairing, i cocktail creati con il dry gin sono esaltati al massimo da cibi dall’alta componente lipidica, come carni rosse, arrosti, salumi e formaggi stagionati, fritture e pietanze accompagnate da salse molto strutturate.

Gin secco o profumato

Veniamo ora alla versione più morbida e profumata, che viene lavorata aggiungendo, oltre al ginepro, anche altre botaniche, come agrumi, pepe, liquirizia e spezie varie, che conferiscono un sapore più aromatico e di conseguenza anche più dolce. Amato da chi magari si affaccia per la prima volta al mondo dei distillati, e da chi preferisce sentori più fruttati, edulcorati e vellutati al palato, questo tipo di gin è adatto a periodi dell’anno in cui le temperature esterne sono più miti, in particolare alla primavera. I botanicals contenuti in questi gin danno vita a combinazioni innovative ed estrose, in un sottile gioco di equilibri tra essenze, che si addicono a long drink dal gusto profumato e non aggressivo. Il gin morbido e i cocktail con esso realizzati si abbinano a primi piatti non troppo conditi, a piatti di pesce e carni bianche, a contorni di verdure e dolci al cucchiaio. Un esempio di gin morbido e floreale al palato, ma dall’impatto decisamente audace e contemporaneo è il Bulldog London Dry Gin. Questa interpretazione moderna e intrigante del classico London gin è resa unica nel suo genere da una combinazione di 12 pregiate botaniche, provenienti da tutto il mondo, tra cui lavanda, coriandolo, iris, liquirizia, papavero bianco e angelica. Ne risulta un mix esclusivo dal carattere forte e audace, ma comunque morbido e suadente, con note di ginepro riconoscibili ma ben bilanciate dalle altre botaniche e che, grazie alla sua iconica bottiglia scura dall’aspetto bold, può diventare anche un’ottima idea regalo per parenti e amici.

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