Questo piccolo ristorantino ha due nomi: uno ufficiale, che è appunto Antica Hostaria della Lanterna, e uno ufficioso, cioè “La sciura”. Perché questo posto è solo lei, consiste in lei, che è la sua anima: la proprietaria, Paola, una sciura di quelle che non si trovano più in giro. Paola parla solo dialetto, se vede che i commensali non capiscono, viene incontro e traduce, ma è una forzatura. Piccolina, come il suo locale, indaffarata sempre (mai vista ferma un secondo), ciarliera con i suoi ospiti.
Il menù proviene dalla tradizione friulano-lombarda, le sue pietre angolari sono gli gnocchi al gorgonzola e pesto di pistacchio, i rigatoni con la salsiccia oppure gli spaghetti zafferano e prosciutto. La pasta è rigorosamente fatta in casa, qualunque menù scegliate dovete assolutamente assaggiarla. Ricordatevi: qui non veniteci se siete a dieta. L’Antica Hostaria è l’estasi del palato e del carboidrato.
Ma tutti i piatti sono così abbondanti che parlano da soli. I secondi non sono da meno con una sequela infinita di brasati, noce alle erbe, stinchi, cosciotti alla cipolla e stufato d’asino e funghi. E se dopo tutto questo pensate di essere sazi, sbagliate. Non ci si alza senza un assaggio di tiramisù o panna cotta. Se potete dividete il dessert, perché le porzioni sono generose, non certo da ristorante trés chic. Ma, dopo tutto, se si viene qua lo si fa per la sostanza, non la forma.
Quando tornare? È l’unica cosa che vi verrà in mente all’uscita.