La leggenda vuole che il palazzo fosse stato inizialmente commissionato al Brunelleschi, architetto del Duomo, ma visto il progetto troppo sfarzoso e monumentale, Cosimo di Giovanni de’ Medici detto il Vecchio, per non suscitare l’invidia dei fiorentini, ripiegò su Michelozzo, artista altrettanto meritevole ma senza dubbio più incline alla sobrietà.
Costruito fra il 1444 e il 1462, il palazzo, situato all’incrocio fra via Cavour (ex via Larga) e via de’ Gori fu la prima residenza ufficiale dei Medici. La prestigiosa location, prossima alle chiese di San Marco e San Lorenzo, chiese protette dalla famiglia e dal Duomo, valse alla zona la denominazione di “quartiere mediceo”. Il risultato del lavoro del Michelozzo è un palazzo cubico, austero e imponente decorato esternamente dalle famose pareti a bugnato e sviluppato attorno a un cortile centrale dal decoro classico. Divenne il prototipo dei palazzi rinascimentali fiorentini tanto che Palazzo Strozzi fu progettato emulandone completamente le fattezze.
Nel ‘400 il palazzo ospitava al suo interno alcuni dei pezzi più pregiati della collezione medicea: il David di Donatello, in bella mostra nel cortile, la Battaglia di San Romano di Paolo Uccello varie opere del Ghirlandaio, del Pollaiolo, di Botticelli e del Verrocchio e sculture classiche ornavano il parco sul lato nord. Nel ‘500, invece, molte delle opere della collezione cambiarono collocazione. Cosimo I, infatti, si trasferì a Palazzo Vecchio e la storica dimora di famiglia fu destinata ai rami cadetti della dinastia.
Nella seconda metà del Seicento il palazzo passò in mano ai Riccardi, famiglia di banchieri. Ferdinando II ormai stabilitosi a Palazzo Pitti lo vendette ben volentieri per quarantamila scudi ai marchesi che vi abitarono per circa due secoli. I nuovi proprietari, pur mantenendo lo stile esterno raddoppiarono le dimensioni del palazzo e modificarono gli interni con alcune sale di straordinaria bellezza e opulenza, emblemi dell’apice del barocco fiorentino: la fastosa Galleria degli Specchi con la grande volta dipinta da Luca Giordano, la Biblioteca Riccardiana, sede di preziose collezioni librarie della famiglia, e la Stanza del Prefetto, attualmente chiusa al pubblico.
Nel 1800 i Riccardi, in rovina economica, cedettero al governo granducale il palazzo, che poi passò per un breve periodo in mano allo Stato Italiano e dunque dal 1874 alla Provincia di Firenze e alla prefettura, attuali proprietarie. Dal 2000 il palazzo oltre a ospitare, appunto, la sede della prefettura e della Città metropolitana di Firenze, accoglie spesso importanti mostre ed è un sito visitabile, compresa la cappella privata dei Medici sede del famoso ciclo di affreschi La cappella dei Magi, capolavoro di Benozzo Gozzoli, allievo di Beato Angelico.
Visitare Palazzo Medici Riccardi, crogiolo del Rinascimento fiorentino, è un efficace metodo per rivivere, in un astratto viaggio nel tempo, più di quattro secoli di arte, collezionismo e architettura.