Immaginatevi la Milano degli anni Sessanta, in cui nel panorama urbano caotico e vitale, s’iniziano a muovere i primi grandi cambianti politici, culturali, e artistici della seconda metà del secolo scorso. Una città che nel pieno del miracolo economico diventa motore dello sviluppo industriale italiano del periodo. Una Milano grigia, nebbiosa, indaffarata; Ecco, sullo sfondo di quest’immagine nasce il Matarel, bottega storica e trattoria meneghina che apre i battenti nel 1962 e che ora rimane uno degli ultimi baluardi della cucina tradizionale milanese.
Quella del Matarel è una cucina ricca, fatta di burro, funghi e polenta: il giusto balsamo per lo spirito quando iniziano ad arrivare i primi freddi. Tra i piatti tipici milanesi non si possono non citare la cassoeula, i mondeghili, o le lumache in umido. Ma il cavallo di battaglia è l’Oss Buss (osso buco): il taglio di geretto di vitello viene fatto rosolare e poi cuocere in umido nel suo sugo per ore, per essere servito infine con un risotto allo zafferano ben mantecato. Insomma, più che un ristorante, il Matarel è la casa della nonna, in cui si incontrano tutte le più famose istituzioni milanesi, in un ambiente accogliente e all’insegna dei ricordi.
La storia del locale è una delle più classiche e al tempo stesso una delle più romantiche di sempre. Elide e Marco, coppia tanto affiatata nella vita quanto in cucina, fanno della propria passione un lavoro, perché, come si suol dire, “scegli il lavoro che ami non lavorerai neanche un giorno in tutta la vita”. Lui, personaggio burbero ma dal cuore grande (come lo descrivono i suoi cari), viene a mancare nel 2015, lasciando alla moglie il loro gioiello più caro, che avevano costruito insieme dalle fondamenta. Così il Matarel ora è gestito dalla signora Elide, che nonostante le molte primavere vissute, e i primi acciacchi dell’età matura, non si è persa d’animo e continua a mantenere vivo lo spirito senza tempo del ristorante.
Dagli anni 60 è rimasto tutto identico: le pareti raccontano la storia di un’Italia ormai passata, di una Milano in cui artisti, giornalisti e politici si sedevano ai tavoli del Matarel per mangiare un piatto di risotto alla milanese e discutere del futuro del paese, così diverso da quello che si immaginavano. E così, dai famosi “pranzi del lunedì” negli anni 80, in cui Craxi prenotava il suo tavolo per scrivere le pagine della storia italiana, si passa al 2023, in cui è sempre la signora Elide a rispondere al telefono (questa volta senza tasti), e a offrire ai clienti un assaggio di tradizione.