A Milano, si sa, l’aperitivo è un’istituzione e i locali dove sorseggiare un buon drink prima di cena non mancano di certo in città. Ma per vivere questo rito in un ambiente unico, ricco di tradizione, che traspira storia e storie, nessun posto può eguagliare il Bar Basso, vero monumento di milanesità.
Fu il primo locale milanese, alla fine degli anni ‘60, a introdurre al grande pubblico l’aperitivo, fino a quel momento prerogativa esclusiva dei lounge bar dei grandi hotel internazionali, e da allora ha servito da bere a tre generazioni di clienti.
Già da fuori l’insegna rossa in neon, che pare scritta a mano, promette un’atmosfera vintage. Una volta entrati ci si sente catapultati in un’altra epoca: bancone in legno e oro, lampadari di cristallo, luci calde, camerieri in livrea con tanto di cravattino e sui tavolini quelle tovagliette rosa che fanno subito anni ‘80.
Non aspettatevi buffet da happy hour o cacofoniche quanto dozzinali “apericene”. Qui l’aperitivo è come vuole la tradizione nonché l’etimologia stessa del termine: drink (e che drink!) accompagnati da noccioline, olive e patatine per stuzzicare l’appetito senza rovinarlo.
I cocktail sono i protagonisti indiscussi, primo su tutti l’ormai leggendario Negroni Sbagliato, che nacque proprio qui nel 1968, quando lo storico proprietario e capo barman Mirko Stocchetto usò per sbaglio lo spumante al posto del gin. Lo servono con un unico blocco di ghiaccio oversize e una fettina d’arancio in bicchieroni giganti alti 31 centimetri, progettati dallo stesso Stocchetto e prodotti su misura da un’azienda veneziana. Questione di stile.
D’altra parte il Bar Basso ha sempre avuto un legame privilegiato con il mondo del design. Frequentato dai grandi designer fin dagli anni ‘60, ancora oggi è molto amato da architetti e artisti. Un luogo da non perdere durante i giorni del Salone del Mobile, quando giovani creativi da tutto il mondo affollano il locale e il dehor, ma anche in ogni momento in cui si ha voglia di un aperitivo “come una volta”.