Se la storia della famiglia Tenenbaum resta un film intramontabile, quando scoprii The Grand Budapest Hotel fu amore a prima vista. Il Bar Luce, progettato dallo stesso regista di questi e molti altri capolavori – Wes Anderson – sembra una perfetta ricostruzione in miniatura di un set cinematografico.
Nonostante venga descritto come luogo che ripropone le atmosfere dei vecchi caffè milanesi – date più che altro dai tavolini in formica, dal pavimento e dagli arredi anni cinquanta e sessanta di design italiano – qui c’è qualcosa di più. Vi è un tocco di estro, un’irregolarità geniale che crea un insieme omogeneo ma frammentario, ricchissimo di dettagli, come per esempio il soffitto a volta che ricalca quello della Galleria Vittorio Emanuele, i profili di ottone, le luci brillanti e i colori pastellati.
Vuoi per il flusso di persone, vuoi per l’enorme varietà di colori, luci, materiali ed elementi architettonici che caratterizzano l’ambiente, entrando spesso ci si trova spiazzati. “Difficile trovarne una prospettiva ideale” come dice lo stesso Anderson. Il mio consiglio? Andateci una mattina, magari per una colazione accompagnata da lettura di compagnia, per poter godere appieno dell’atmosfera; volendo, potrete anche farvi una partitina a flipper.
La formula del Bar Luce rispecchia quella (vincente) di alcuni storici templi del panino milanese quali De Santis o I panini crocetta. Un lungo menù diviso per tipologia di affettati – cotto, crudo, praga, salame, bresaola, roast-beef, mortadella, speck, culatello – cui si aggiungono porchetta, foie-gras, panini vegetariani e al pesce – gamberetti, salmone e tonno. Ognuno abbinato ad altrettanti appetitosi ingredienti, comprese salse e condimenti, che ancora una volta fanno del panino un vero must della tradizione e della pratica milanese.
Sembra banale ma fare un panino veramente godereccio non è per nulla facile. E non sto parlando necessariamente di gourmet. Il pane è fondamentale. Deve essere caldo – con tutte le dovute attenzioni nei confronti degli insaccati – leggermente croccante, con non troppa mollica e tendenzialmente sottile. Quei pani bianchi un po’ farinosi. Ingredienti abbondanti e top di gamma. Salse imprescindibili. Insomma, un delicato gioco di equilibri che al bar luce può essere gustato in una cornice stravagante e a tratti surreale.
Photo credit: Attilio Maranzano