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Con l’arrivo di Settembre Milano riaccende il suo ricco calendario artistico con una selezione di mostre dedicate ai diversi ed infiniti linguaggi dell’universo creativo. Dalla pittura alle installazioni nel centro più chic e storico di Milano, dalla fotografia ad insoliti gioielli d’archivio degli artisti contemporanei più celebri al mondo, il capoluogo lombardo si fa portavoce di visioni, opere, colori e messaggi che, come sempre, inducono a scoperte e riflessioni.
Per un rientro in città sotto il segno dell’arte, Flawless ha selezionato le mostre a Milano da vedere a Settembre: quale inedito appuntamento risveglierà in voi la cosiddetta sindrome di Stendhal?
Miranda July: New Society
Osservatorio Prada | Galleria Vittorio Emanuele II
“Miranda July: New Society” è la prima mostra dedicata all’opera di Miranda July che ripercorre la carriera trentennale dell’artista, regista e scrittrice americana attraverso i suoi cortometraggi, performance ed installazioni. Il progetto include il nuovo lavoro F.A.M.I.L.Y. (Falling Apart Meanwhile I Love You), un’installazione video multicanale che documenta la collaborazione di un anno tra July e sette performer su Instagram: F.A.M.I.L.Y. è il punto di partenza per indagare i temi presenti in altri progetti performativi e collaborativi di July. Il primo piano dell’Osservatorio Prada presenta la documentazione delle performance dell’artista, dalle prime nei locali punk fino a quelle più note, come Love Diamond (1998-2000), Things We Don’t Understand and Definitely Are Not Going to Talk About (2006-2007) e New Society (2015). Al secondo piano è esposto F.A.M.I.L.Y. insieme ad altri due progetti collaborativi. La mostra presenta inoltre una reiterazione di Learning to Love You More (2000-2007), progetto online che include 70 “compiti” assegnati al pubblico e caricati sul sito web. Il “compito” n. 43 (“Realizza una mostra con le opere che trovi a casa dei tuoi genitori”), portato a termine da una donna milanese appositamente per questo progetto espositivo, sarà presentato come parte integrante della mostra.
Valerio Adami – Pittore d’idee
Palazzo Reale | Piazza del Duomo, 12
Palazzo Reale presenta una rassegna antologica che celebra i sessantacinque anni di ricerca artistica di Valerio Adami, affermato pittore bolognese in tutta Europa. Vissuto tra Francia e Italia, l’arte di Adami viene riconosciuta come valida interlocutrice da tutti i filosofi contemporanei. La sua pittura, che adotta quasi sempre il grande formato, è di forte impatto visivo con molti colori accesi accostati tra loro e per questo motivo l’artista è stato a volte associato al genere “pop”. Tuttavia, dietro immagini di immediata leggibilità, è sottintesa una narrazione più profonda: le immagini di Adami si popolano di metafore visive sofisticate che racchiudono concetti filosofici, letterari e mitologici, rappresentando nella sua opera l’evoluzione negli anni del pensiero europeo ed occidentale.
NINO MIGLIORI – SEVENTIES
M77 Gallery | Via Mecenate, 77
“SETTANTA” è un emozionante progetto espositivo monografico che M77 Gallery dedica all’eterogenea produzione fotografica degli anni ’70 del celebre fotografo bolognese Nino Migliori, realizzato in collaborazione con la Fondazione Nino Migliori, che la galleria rappresenta a livello internazionale dal 2017. Irriverente ma mai indiscreto, osservatore attento e analitico e al contempo dalla spiccata sensibilità percettiva, “SETTANTA” propone un Nino Migliori oltre il suo celebre Neorealismo. L’ esposizione non solo evoca la decade in cui tutte le opere sono state realizzate, ma rende anche omaggio agli oltre settant’anni di straordinaria produzione artistica del fotografo emiliano. Una panoramica sul periodo che ha visto l’artista immerso in riflessioni fondamentali sulla fotografia come mezzo espressivo, presentando decine di scatti, molti dei quali vintage inediti. Si inizia con suggestive riflessioni sulla Natura (“Herbarium”) e sulla vita urbana (“Muri” e “Manifesti Strappati”) e si prosegue poi con una riflessione sulla materia fotografica stessa, elemento fondante della produzione di Migliori fin dagli esordi negli anni ’40.
FROM OUR ARCHIVE
Babs Art Gallery | Via Maurizio Gonzaga, 2
Con la mostra “From Our Archive” la Babs Art Gallery (che sta per Beyond Art Before Sculpture) apre il suo archivio per presentare gioielli d’artista che sono una sintesi della storia dell’arte dal Novecento a oggi. Dalla sua apertura nel 2018, la galleria ha portato avanti un duplice lavoro: raccogliere e custodire pezzi storici, iconici, realizzati da famosi artisti e contemporaneamente coordinare il lavoro di contemporanei per portare alla realizzazione di gioielli concepiti come piccole “sculture da indossare”, pezzi unici o a tirature limitate, creati in esclusiva per la galleria e proposti in 21 mostre personali. Nel tempo Babs Art Gallery ha messo insieme così un tesoro fatto di opere rare o su commissione, che sono un unicum in Italia e in Europa. Sono raccolti qui i gioielli scultura di Giò e Arnaldo Pomodoro, Man Ray, Jean Cocteau, Salvator Dalì e molti altri. Sui tavoli e nelle vetrine dello spazio espositivo si possono ammirare pezzi unici o numerati in serie limitata, realizzati a partire dal 1950. Le produzioni dei grandi nomi della scena dell’arte raccontano come, a partire dal Novecento, il gioiello permise loro di trovare nuove vie espressive e sperimentare con forme e materiali inconsueti.
Sony World Photography Awards
Chiostri di Sant’Eustorgio | Piazza Sant’Eustorgio, 3
Anche quest’anno i Chiostri di Sant’ Eustorgio presentano la mostra dedicata ai Sony World Photography Awards, arrivati alla loro diciassettesima edizione e divenuti un appuntamento fondamentale annuale per gli appassionati di fotografia. Un omaggio alle eccellenze fotografiche internazionali dove esporre le opere e i racconti che hanno maggiormente colpito nell’ultimo anno. Tra le fotografie presentate a Milano, spicca l’opera “Spiralkampagnen: Forced Contraception and Unintended Sterilisation of Greenlandic Women” di Juliette Pavy, fotografa francese premiata con il prestigioso titolo di Photographer of the Year. Il suo lavoro si sofferma sulle profonde e perduranti ripercussioni della campagna di contraccezione e sterilizzazione forzata nei confronti delle donne groenlandesi, imposta dalle autorità danesi durante gli anni ’60 e ’70.
