Un vero e proprio Limbo la personale dell’americano Doze Green presso Wunderkammern Milano: non necessariamente tra inferno e paradiso, piuttosto tra passato e futuro. Attraverso le opere dell’artista newyorkese traspare proprio questo, una situazione di indeterminatezza, di attesa, di transizione tra un passato primordiale e un futuro fantascientifico.
Pioniere nel movimento dei Graffiti e dell’Urban Art, Doze Green affonda le sue radici nell’hip hop, cultura del Bronx degli anni ’70. Writing e breakdance come unici strumenti per dare voce a sentimenti popolari, di strada, espresse manifestazioni artistiche di una fetta di terra che può riscattarsi solo attraverso il talento semplice, manifesto, quello che c’è o non c’è.
Il bene e il male come due facce della stessa medaglia, rappresentati attraverso figure eteree perse in un tempo indefinito, rappresentative della complessità dell’essere umano, sempre in bilico tra il bianco e il nero, tra ieri, oggi e domani. È per questo che l’interpretazione delle opere dell’artista non può che essere soggettiva, intima, legata a esperienze, ricordi e desideri.
Writing, calligrafia giapponese, grafica e cubismo in un mix affascinante che lascia lo spettatore incuriosito di cogliere quel particolare, quell’intreccio di linee che forse nasconde un simbolo occulto, mistico, sacro. O forse solo uno scherzo dell’immaginazione, una proiezione di un’idea sul tratto lineare e sinuoso dell’artista.
I colori, quando usati, sono sfruttati per la loro capacità intrinseca di rafforzare un concetto, una sensazione. Nella personale di Wunderkammern, a cura di Giuseppe Pizzuto, troverete prevalentemente opere mono e bi-cromatiche ma il percorso pensato per voi non potrà che trasportarvi in una dimensione parallela, fatta di sogni, fantasia, immortalità… paradiso e inferno.