Finalmente è arrivato il momento del “secondo me è più da pranzo”. Alla voce scetticismo la Treccani ritrae la mia faccia all’apertura del primo God Save The Food.
Aprì in via Tortona più di qualche anno fa. Al tempo ero un fortunato impiegato alla corte del Sig. Armani in via Bergognone 59. (#Tip) Qui l’HQ commerciale della casa di moda fondata nel 1975 dallo stilista piacentino che – per i 40 anni d’impresa – ha regalato al comune di Milano un museo sulla maison, Armani/Silos: visita decisamente Flawless.
In pochi metri, in zona Tortona, si era apparentemente installato un altro semidio, questa volta legato al cibo. All’apertura i colleghi mi spinsero ad abbandonare le abitudini Asian in favore dell’innovazione di God Save the Food. (#Tip) via Tortona 2. Basara Milano, Sushi Pasticceria. Libidine. Dietro il banco Sushi Hiro, ex Nobu. In cucina una signora Giapponese che si occupa della pasticceria e dei cibi della tradizione.
Le prime impressioni mi ingannano: sembrava asettico, freddo, affollato, lento. “Sono scettico ragazzi. Siete sicuri? A me sembra una mensa per turisti.” Mi arrendo. Entro con il petto gonfio dell’intenditore che pregusta le critiche da Sig. “Velavevodettoio”. E’ odio a prima vista. Nell’arco della mia permanenza nella zona mi sono fatto trascinare in una serie di seconde chance: il servizio migliora. La qualità cresce. Il manager è un ragazzo che non si può non notare: ci sa fare. Mi ha conquistato.
Semplici le ragioni per cui entra di diritto nella shortlist da tenere sempre a portata di mano. Le cito per priorità. Vi è mai capitato di svegliarvi alle 15:00 dopo aver generosamente elargito emozioni alla scena notturna pensando: “E ora dove vado a mangiare?. Al “God”, se hai fame, mangi. Nessuno ti dirà che è tardi, come se la fame avesse degli orari. Per me, che il sabato e la domenica sostituisco “il brunch” con l’invenzione del più originale “brinner” pomeridiano, è una risorsa preziosa.
Da God Save The Food il menù è semplice, impeccabile, bilanciato per qualsiasi dieta tu stia affrontando. E lo so, la stai affrontando, chiunque tu sia, se vivi a Milano, stai affrontando una dieta. O la affronterai. O l’hai affrontata e la riaffronterai. Rispettano i golosi dedicando una delle due mani dello chef anche a loro. Le pretese alla cassa sono un simbolo di onestà ed etica nella jungla di predoni dei sette palati che circondano Madonnina&co.
Centrifugati, insalate ricercate, Quinoa, tocchi esotici tra Wok e Fajitas. (#Tip) “pro” sono piatti proteici, “veg” piatti vegetariani, “om3” scorpacciata di omega 3. Concreto e senza fronzoli. Non millantano di essere interpreti delle arti figurative enogastronomiche. Offrono solidità.
Quest’estate piazza del Carmine gli ha concesso un posto d’onore per la seconda apertura di God Save the Food. Clima permettendo potrete mangiare all’aperto coccolati dal servizio e dal carisma sacro della facciata di Santa Maria del Carmine, da cui prende il nome uno degli spot più belli della città.
Se fosse una canzone sarebbe Solid Air di John Martyn.