Santa Croce a Firenze è molto più di una semplice chiesa, molto più di un semplice capolavoro architettonico. Forse per noi, popolo moderno, il suo nome non risveglia chissà che associazioni ma per più di un secolo, almeno dai tempi di Napoleone e di Foscolo, quello di Santa Croce è stato un autentico mito. Questa infatti è la chiesa che racchiude i sepolcri di alcuni fra gli italiani più illustri della nostra storia: Vittorio Alfieri, le donne della famiglia Bonaparte, Michelangelo, Galileo Galilei, Lorenzo Ghiberti, Giocchino Rossini e lo stesso Ugo Foscolo.
Quando Francesco d’Assisi si trasferì a Firenze, nella prima metà del ‘200, decise di stabilirsi sopra un’isoletta dell’Arno che si trova oggi più o meno in corrispondenza con Piazza Beccaria. Lì venne fondato un oratorio che andò via via crescendo fino a che non fu ristrutturato del tutto. Ma sorsero problemi interni nella comunità dei frati, spaccati fra chi prediligeva un’arte povera e dimessa e chi invece voleva trasformarla in qualcosa di molto più grandioso: quella sarebbe diventata la Basilica di Santa Croce.
Alla fine la chiesa venne riedificata del tutto. L’architetto incaricato fu il famoso Arnolfo di Cambio. I lavori procedettero bene per poco più di vent’anni ma una serie di distastri naturali che colpì la città ne rallentò di molto i lavori che si suppone siano stati terminati solo nel 1385. Solo circa a metà del Quattrocento, però, la chiesa fu consacrata in presenza del papa.
La facciata, comunque, rimase incompiuta per una serie di controversie economiche e finì di essere completata solo quattro secoli dopo, nella seconda metà dell’Ottocento. L’unica decorazione, fino ad allora, fu un simbolo di Cristo sul rosone e un bronzo di Donatello, il San Ludovico di Tolosa, ora conservato nel museo della basilica. La nuova facciata venne realizzata dall’architetto Niccolò Matas, appartenente alla religione ebraica, che si dice firmò la propria grandiosa opera con una stella a sei punte nel punto più alto della facciata. Sempre nell’Ottocento venne posta sul sagrato della chiesa la famosa statua di Dante, scolpita da Emilio Pazzi.
L’interno è un trionfo di opere d’arte: le cappelle affrescate da Giotto, la terracotta di Giovanni della Robbia nella Cappella Pulci-Berardi, il Crocifisso e l’Annunciazione scolpite da Donatello, lastra tombale di Bartolomeo Valori scolpita dal Ghiberti; oppure la Cappella Medici disegnata da Michelozzo e una pala di terracotta invetriata di Andrea della Robbia. E poi le opere di Taddeo Gaddi e di suo figlio Agnolo, i dipinti di Giovanni del Biondo e Cimabue, le opere scultoree di Giovanni da Balduccio e tanti, tanti altri.
Altro capolavoro conservato all’interno del primo chiostro della basilica è la Cappella Pazzi progettata da Filippo Brunelleschi, che iniziò a costruirla nel 1429, appena dopo la fine dei lavori alla Sagrestia Vecchia di San Lorenzo. Dall’esterno la struttura ricorda quella di un arco di trionfo e, sulla facciata, svetta la grande cupola a ombrello. All’interno, sull’intonaco bianco delle pareti e il grigio degli elementi architettonici, spiccano gli Apostoli in terracotta del Della Robbia.
Quando visitate Santa Croce, insomma, prendetevi il vostro tempo, esploratene ogni angolo e scoprirete uno scrigno che racchiude capolavori da tutti i secoli, riunendo il ricordo di oltre cinque secoli di arte, storia e cultura sotto lo stesso tetto.