Il ristorante Borgo San Jacopo non ha bisogno di presentazioni. Con la sua cucina stellata e la sua location esclusiva, la spettacolare vista dell’Arno, Ponte Vecchio e sullo sfondo, la torre di Palazzo della Signoria, l’esperienza gastronomica offerta da questo ristorante è qualcosa che semplicemente eccede ogni aspettativa. Stiamo parlando di uno dei migliori ristoranti della città.
L’ambiente in cui vi ritroverete entrando fa venire alla mente il lusso sobrio e lineare di certe gallerie d’arte, solo che qui, al posto di quadri e sculture, sono i piatti che vanno ammirati. I colori predominanti della sala sono chiarissimi: il bianco di tovaglie e boiserie, le tonalità miele del parquet e il grigio tortora delle sedie imbottite. Dalle grandi finestre che danno sul fiume, poi, la luce si riversa all’interno mentre, la sera, le finestre stesse sono come cornici che rinchiudono l’immagine della Firenze notturna con le mille luci del Lungarno.
Ma chi è lo chef ideatore del menù? Il suo nome è Peter Brunel ed è un uomo del nord. Originario della Val di Fassa, Brunel si è fatto le ossa al Laurin di Bolzano, nella brigata dello chef Nardelli, e ha continuato a lavorare sia in Italia che in Francia. Poi è venuta la Villa Negri a Riva del Garda che, dopo tre anni di innovazioni e ricerca, valse allo chef la sua prima stella. La sua vision come cuoco è molto ampia, fonde tecniche tradizionali e lampi di estro e attinge tanto dall’esperienza sulle montagne quanto dagli insegnamenti appresi in Francia.
I piatti in menù, insomma, sono delle autentiche meraviglie. La cucina di Peter Brunel è una fucina d’invenzione e di fantasia, che persegue il nuovo attraverso elementi e tecniche tradizionali. Che dire del Ricordo di Lofoten, ad esempio, con le sue alici marinate, l’acqua di mare e il foglio d’ostrica da accompagnare con un grissino al finocchio? O, fra i primi, dei bottoni di chinghiale con burro acido, caprino e lamelle di tartufo? Oppure ancora del piccione alla brace con foie gras, noci pecan, mandarino e tartufo? O i suoi famosi spaghetti di patate, ottenuti con la rottura delle fibre della patata cotta sottovuoto?
La lista dei dolci che leggete in menù è invece firmata da Loretta Fanella, virtuosa pastry chef che ha lavorato con Carlo Cracco e Oriol Balaguer, e che trasforma i piatti in tele tridimensionali dove dipingere colorati tableaus di sapori. Si tratta in prevalenza mousse, budini, sorbetti, gelati alla frutta e dolci cremosi con elementi croccanti come chicchi di caffè e amaretti. I vari sapori abbinati e presentati con impiattamenti pieni di estro, che denunciano un occhio che sa riconoscere il bello.
Borgo San Jacopo è, in definitiva, fra le cose migliori che potreste trovare a Firenze. Con la sua ottima proposta gastronomica, la sua cantina di vini eccellenti, la professionalità del personale e il grande stile in cui si svolgono i pasti, questo ristorante è fra i must go di tutti gli amanti dell’ottima tavola.