Iperrealismo, interattività, surrealismo, esperimento sociale. Tutto questo è Mark Jenkins. Classe 1970, questo big dell’arte contemporanea ama mettere alla prova le nostre concezioni sulla realtà e sulla normalità con i suoi audaci lavori. Esposto in tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, Jenkins intesse la propria arte di temi politici e sociali. Tiene molto alla pop culture, tre anni fa ha preso parte a due degli eventi più importanti d’Europa: la Nuit blanche di Parigi e il festival di Glastonbury.
Rero invece, più giovane di tredici anni, recupera le suggestioni della graffiti art, la sua arte è tutta verbale: brevi, spiazzanti messaggi lasciati in luoghi esposti o nascostissimi. La sua firma è onnipresente: una sbarra nera che taglia i caratteri. Si riappropria di materiali estranei all’arte per rielaborarli artisticamente. Riflette sull’autocensura e sulla contraddizione di cui è piena la nostra società.
Ora, dopo due mostre personali a Roma, i due artisti si uniscono a Milano nel contesto della Wunderkammern. Il titolo del loro progetto corrosivo e ambiguo insieme: Rules of Engagement. Letteralmente sia le “Regole di ingaggio” dei militari, che stabiliscono il dispiegamento delle forze in campo, che le “Regole del fidanzamento”, con questa voluta frattura fra la vicinanza dell’amore e la distanza della guerra. Attraverso queste regole, le nostre emozioni vanno sempre più definendosi, cristallizzandosi e formalizzandosi. Di questo fenomeno il progetto di Jenkins e Rero è uno studio, fatto tramite opere di tecnica mista e istallazioni prodotte à deux.
Una mostra che potrete visitare da mercoledì 20 Settembre alla galleria Wunderkammern Milano, un luogo quanto mai adatto a eventi del genere, sempre inteso a esplorare le nuove frontiere della relational art, quell’arte cioè che ha come punto di partenza l’insieme delle relazioni umane e il loro contesto sociale, con un’attenzione particolare a ciò che connette l’interiore e l’esteriore, il normale al paradossale e il normale con l’inaudito.