Come un tesoro nascosto il 1930 rimane, fin dalla sua apertura nel 2013, un luogo misterioso e affascinante, raffinato ed elegante, riservato a pochi eletti, dove rifugiarsi dal frastuono di Milano e fuggire dalla quotidianità.
“Se fossimo nati dall’altra parte del mondo saremmo stati gli stessi?”, da questa domanda nascono le drink list del 1930 dedicate ai cinque continenti. Dopo l’Asia, i ragazzi dello speakeasy più chiacchierato di Milano, approdano in America Latina facendoci vivere attraverso il gusto, il tatto e l’olfatto, la cultura e le tradizioni più intriganti del territorio sudamericano.
Siamo andati a provare la nuova drink list, ecco com’è andata.
Se all’inizio di questo nuovo corso, l’idea era quella di far rinascere i cocktail più amati del 1930 nell’altro lato del mondo creando una sorta di alter ego per ognuno di essi, con la drink list dedicata all’Asia si è voluto fare un lavoro più approfondito: dieci cocktail che potessero raccontare le tradizioni, i luoghi e gli ingredienti più particolari, trasportando i clienti, sorso dopo sorso, dall’altra parte del mondo.
L’itinerario alla scoperta di un continente dura all’incirca sei mesi e dopo l’Asia, il 1930 ha raggiunto le sponde del Nord America. Da poco i nostri intrepidi mixologist sono giunti in Sud America e con i nuovi cocktail desiderano omaggiare questo territorio così lontano, ricco di vegetazione – pensiamo alla foresta amazzonica -, di spezie, di frutti e verdure particolari, ma anche le persone che lo vivono. L’arredamento come da tradizione ha seguito il tema della nuova drink list: piante caratteristiche, musica avvolgente e luci soffuse ma non solo, i clienti possono scegliere cosa assaggiare direttamente dalle foglie di una pianta di aloe (finta ovviamente) in cui sono stati incisi i nomi dei cocktail.
Il nostro viaggio inizia in Argentina con un Old Fashioned rivisitato che riprende i sapori dell’asado – la cottura alla brace tipica di questo paese del Sudamerica -: bourbon distillato con pulled pork, gomma arabica affumicata, crusta al chimichurri lavorato e disidratato. Chiudiamo gli occhi, li riapriamo e siamo a Buenos Aires.
Dal più europeo dei paesi del Sud America, il nostro viaggio prosegue a nord est per raggiungere il Brasile. La Caipirinha è un vero tributo alla cachaça, un’acquavite ottenuta dalla distillazione del succo di canna da zucchero. La classica ricetta di questo cocktail è a base di cachaça, lime, zucchero di canna raffinato e ghiaccio tritato. Noi lo ritroviamo con una gradazione alcolica inferiore che permette il congelamento dell’acquavite; quest’ultima viene poi frantumata e versata nel lime e nello zucchero. Saúde!
Il Darién, variante del Bloody Mary, si ispira al fallimentare tentativo da parte del regno di Scozia di instaurare una colonia sull’Istmo di Panama alla fine del diciassettesimo secolo e finito nel sangue. Lo scotch whisky viene aggiunto al peperone cotto nel succo di pomodoro, con riduzione di Mirto e barbabietola, limone e spezie varie. Il drink è servito con una crusta di sale affumicato, una chips di mais e delle verdure in agrodolce.
Il Mamajuana, un preparato alcolico artigianale originario della Repubblica Dominicana, è tradizionalmente composto da rum scuro, miele, erbe aromatiche e radici messe a macerare in una bottiglia. Una pratica meno diffusa sostituisce queste ultime con i crostacei e le conchiglie. Il cocktail realizzato dal 1930 prevede la lavorazione di questo preparato con miele al lime e l’aceto di banana. È uno short drink molto intenso, perfetto per i più coraggiosi.
Non mancano i cocktail dolci pensati per i più golosi.
Per gli amanti del cioccolato nasce Cacao, un vero tributo alle fave di cacao, lavorate con lo zucchero Panela, a cui viene aggiunto un rum con cioccolato fondente e burro. Il tutto viene smorzato da una parte acida data dal passion fruit.
La Piña Colada invece è una rivisitazione del classico cocktail originario di Porto Rico e viene realizzato con l’ananas estratto a freddo, lavorato con noce moscata, fava tonca, un mix di tre rum e una cremosissima foam al cocco. Che dire, pura Vida!