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Classifiche Magazine

Le Mostre a Firenze da Vedere a Dicembre

Per un mese all’insegna dell’arte in una delle culle della cultura italiana

A dicembre a Firenze si veste di un’atmosfera magica, in cui l’arte e la cultura si fondono con la tradizione natalizia, regalando un’esperienza unica e coinvolgente. In questo contesto incantevole, le mostre artistiche si rivelano come autentiche perle disseminate nel cuore della città, offrendo a residenti e turisti l’opportunità di immergersi in un viaggio affascinante tra capolavori, innovazioni contemporanee e storie da scoprire.

Da opere rinascimentali a espressioni artistiche più moderne, il panorama espositivo fiorentino a dicembre si arricchisce di eventi imperdibili, ciascuno capace di narrare una storia unica e suggestiva. Flawless ha selezionato per voi le mostre ideali con cui salutare questo 2023 in una delle città d’arte più rinomate della penisola.

Olivo Barbieri. Pensieri diversi – Villa Bardini

Costa S. Giorgio, 2-4

CHIAMANAVIGATORE

Gli scatti più celebri di Olivo Barbieri sono in mostra a Villa Bardini, per offrire una retrospettiva che racconti la storia e l’evoluzione di una società che ha come costanti l’angoscia e la distruzione. Tra un’economia sempre più disumanizzante, una sregolatezza quotidiana sempre più diffusa e alcuni dei luoghi iconici della nostra storia, Barbieri fa da cicerone all’interno di un viaggio introspettivo attraverso alcuni degli interrogativi irrisolti sulla realtà che ci circonda. La mostra, lontana da intenti documentaristici, dà vita a installazioni temporanee con una prospettiva unica, in cui la realtà e la fantasia si fondono in modo inscindibile.

Tony Tedesco. Transiti Spaziali – PLUS Florence

Via Santa Caterina D’Alessandria, 15

CHIAMANAVIGATORE

Tony Tedesco, considerato uno degli emergenti italiani più innovativi, è in mostra al Plus Florence con “Transiti spaziali”, un’esposizione ideata e curata da Carlo Franza, Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea. Transiti spaziali mette in luce racconti, visioni planetarie, codici ed alfabeti ricchi di simbologie attraverso cui l’artista coniuga il suo recente lavoro con tutte quelle esperienze spazialiste e nucleari che ebbero forza a Milano tra la fine degli anni Cinquanta e gli anni Sessanta. Un’esperienza imperdibile per scoprire un’arte capace di rigenerare mondi e uomini, cultura e arte, mistero e verità.

Giovanni Ozzola: senza di te, senza nord, senza titolo – Manifattura tabacchi

Via delle Cascine, 35

CHIAMANAVIGATORE

Con SENZA TE, SENZA NORD, SENZA TITOLO è la mostra personale di Giovanni Ozzola, che presenta un progetto espositivo che interpreta la rigenerazione urbana come un percorso introspettivo alla ricerca di sé stessi. Sculture in ardesia, stampe su carta e opere video che danno vita a un’unica grande installazione da contemplare come una linea continua in cui si alternano luce e buio, elementi metaforici attraverso cui tracciare la traiettoria del grande mistero dell’universo. SENZA TE, SENZA NORD, SENZA TITOLO traduce i fenomeni della luce e le loro caratteristiche fisiche, in una rappresentazione di opere che si interrogano sull’infinito e sull’esplorazione sia geografica che introspettiva.Inizio modulo

Nancy Lupo. Irrealis – VEDA

Via delle Cascine, 35

CHIAMANAVIGATORE

Irrealis di Nancy Lupo esplora la natura e le potenzialità degli oggetti quotidiani per porre sotto i riflettori tutto ciò che di solito passa inosservato. Le sue installazioni reinventano elementi semplici come mobili o bidoni della spazzatura rimodellandone la percezione, per permettere di rivalutare gli oggetti “invisibili” e sovvertire l’interazione tra spazio fisico e percezione soggettiva. Irrealis è una sfida alla scultura classica, tradizionale, sempre alla ricerca del bello e del diverso: è una celebrazione del quotidiano e della semplicità come valore fondante dell’arte e della vita.

Gruppo 70. Una guerriglia verbo-visiva – Galleria Frittelli

Via Val di Marina, 15

CHIAMANAVIGATORE

Gruppo 70 – Una guerriglia verbo-visiva, a cura di Raffaella Perna, mette in luce l’attualità di uno dei movimenti più radicali della scena artistica italiana degli anni ’60. Gli effetti visivi e sociali prodotti dalla cultura di massa ai tempi del boom economico vengono rimodellati e presentati attraverso uno sguardo trasversale. Il dialogo tra i lavori di Antonio Bueno, Giuseppe Chiari, Ketty La Rocca, Lucia Marcucci, Eugenio Miccini, Luciano Ori e Lamberto Pignotti, ne evidenzia affinità e coerenza di visione estetica e politica, ponendo sotto una luce particolare l’intero Gruppo 70 e la poesia visiva.

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