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Interviste

A colazione con Matilde Gioli

Dalla laurea in Filosofia al grande schermo in un battito di ciglia

Incontriamo Matilde Gioli a colazione e come prima cosa la ringraziamo per aver accettato di rilasciare questa intervista. Iniziamo subito con le domande…

Oggi siamo qui per parlare di Milano, la tua città e anche uno dei motivi per cui sei stata scelta per interpretare Serena nel film “Il capitale umano” di Virzì. L’improvviso successo ha cambiato il modo di vivere e rapportarti alla tua città nei posti che frequenti?

In realtà non tantissimo… Ho notato qualche cambiamento in altre città, come Roma e Napoli, forse perché più persone hanno visto il film rispetto che a Milano. Comunque vado un po’ a momenti, alternando serate e uscite a periodi di isolamento.

Ci racconti una tua giornata tipo a Milano?

Tendenzialmente sono mattiniera, anche quando non dormo la notte mi piace svegliarmi presto per godermi tutta la luce della giornata. Adesso sto girando un nuovo film e frequento l’università quindi la mattina ho lezione. Prima facevo nuoto sincronizzato per cui nel pomeriggio avevo gli allenamenti, ora questo “vuoto” è stato riempito dalla famiglia! Siamo 4 fratelli, per cui c’è sempre qualcosa da fare!

E in un weekend di sole come questo cosa faresti rimanendo a Milano? Dove vai, come ti svaghi?

Penso di parlare a nome di tutti i milanesi dicendo che quando c’è il sole tendiamo a uscire, che sia per una passeggiata o per andare al parco. A Milano ce ne sono di meravigliosi, ma anche solo i viali alberati creano una bella atmosfera. Se devo studiare vado al parco con i libri, oppure faccio una passeggiata sul naviglio, grande ricchezza di Milano. È un bel percorso da fare sia a piedi, in bici o sui pattini.

La tua Milano in tre posti?

I miei tre posti sono luoghi affettivi in cui vado volentieri perché ci sto bene.

  1. Il parco di via Palestro è meraviglioso. All’interno c’è il planetario e ho questo bellissimo ricordo di mio papà che mi ci portava. Poi c’erano le giostre e il trenino su cui mi divertivo insieme ai miei fratelli. Ancora adesso ci torno con quella stessa leggerezza di quando ero piccola.
  2. Tutte le piscine di Milano. Le ho frequentate talmente tanto che fanno parte ormai del mio modo di vivere la città. La mia preferita è il Saini, vicino a Linate, ci ho passato molto tempo. E’ enorme, con tante piscine diverse e d’estate c’è un parco fantastico.
  3. Tutte le viettine dietro casa mia, zona Tortona/Savona, sono deliziose perché sono storiche, contornate di palazzi antichi, e ogni volta scopro sempre scorci nuovi.

Se invece avessi delle occasioni come quelle che ti sto per dire, che posti sceglieresti?

Brunch? Il classico California Bakery che c’è in via Vigevano.

Pranzo? Mi piacciono le cose poco impegnative, come i vari bar intorno all’università, in Via festa del perdono ad esempio, sempre pieni di studenti e di giovani.

Aperitivo? Dipende dalle situazioni, ma vado volentieri in qualsiasi posto mi venga proposto, amo la socialità di Milano per cui mi piace spaziare. Un posto che mi piace tantissimo è un barettino molto piccolo e intimo in Via Savona che si chiama Papagayo café. E’ molto accogliente, quando ci entri ti senti proprio a casa.

Il tuo cocktail preferito?

A me piace il Campari, per cui direi Negroni Sbagliato.

Un posto bello per fare serata?

Ce ne sono tanti! A me piace molto andare a ballare, per cui vado spesso anche fuori città, ma Milano si difende bene perché propone tante cose. Io preferisco le feste organizzate da amici, ma sono molto affezionata a questa serata anni ’80.

La tua festa ideale? Se dovessi organizzarla tu, dove la faresti? Che dj chiameresti?

Preferisco andare alle feste degli altri ma se dovessi organizzarne una, la farei in un parco, con un’attenzione particolare per il DJ. Amo la musica elettronica e per anni sono andata al Sonar a Barcellona. Il mio sogno sarebbe avere qualcuno del gruppo dei tedeschi della Cadenza, Sven Vath, Villalobos, Luciano, Loco Dice. Ognuno di loro ha una caratteristica particolare, ma se dovessi sceglierne uno, potrebbe essere Ricardo Villalobos, perché lui vola, è come se fosse in un’altra dimensione.

Per rilassarti c’è una spa che ti piace, un parrucchiere?

Non sono tipo né da spa, né da parrucchiere. Però le bimbe che allenavo a nuoto mi avevano regalato un giorno alle terme di Porta Romana e devo dire che è stato molto piacevole.

Un posto nascosto per chi non conosce la città?

É un posto in cui mi piace andare in occasioni speciali con poche persone, perché è molto piccolo e intimo. Si chiama Gli Amici del Liberty ed è un ristorante di pesce della mia zona tutto in stile liberty, sembra un piccolo museo.

Se un tuo amico straniero venisse in città dove lo porteresti?

La prima cosa che vorrei fare è sfatare il mito che Milano non è bella. Milano non è Roma, che ti sbatte in faccia la sua bellezza e ovunque ti giri ci sono meraviglie da osservare, Milano è da scoprire nei chiostri, nei cortili e ci sono così tanti posti nascosti in cui sembra di essere in un altro mondo! Per cui lo porterei ad esempio nei chiostri di San Barnaba e nelle vie limitrofe, in cui ci sono degli scorci commoventi e mozzafiato.

Una domanda sul film… Il film che hai girato è un ritratto un po’ amaro della situazione attuale del nostro paese. Tu sei laureata in filosofia e stai continuando a studiare, pensi davvero che per noi giovani le prospettive siano così deludenti o speri in una rinascita magari a partire proprio dalla tua città?

Io credo molto in Milano, è una città molto fertile. E’ un periodo duro, c’è la crisi ed è difficile per tutti… bisogna anche sgomitare forse, ma la sana competizione fa parte della realtà da sempre. A furia di lamentarsi si rischia di usare questa crisi come capro espiatorio, ma bisogna rimboccarsi le maniche, la situazione purtroppo è questa e spero che i giovani ne approfittino per rimettersi in gioco in maniera ancora più competitiva.

Milano sta cambiando tantissimo – anche dal punto di vista architettonico – diventando sempre più internazionale. Tu come te la immagini tra 10 anni? Cosa vedi di diverso?

A me piace la nuova zona Garibaldi con i grattacieli e lo skyline, è molto coerente con la città. E considerato quanto sia pulsante questa città, credo che tra 10 anni il cambiamento sarà stato notevole. Assomiglierà sempre più alle città internazionali, perdendo forse un po’ di storicità.

Tra pochi mesi ci sarà l’Expo, tutti ne parlano e i riflettori internazionali saranno puntati su Milano. Tu pensi che saremo in grado di sfruttare questa grande opportunità oppure ce la faremo scappare comportandoci da “soliti italiani”?

Ho avuto modo di passare del tempo con alcuni addetti ai lavori che stanno organizzando il tutto e ho visto tanto lavoro, tanta voglia di fare bella figura. Forse anche per una voglia di riscatto, date anche le ultime critiche che abbiamo ricevuto su vari fronti a livello internazionale. Purtroppo, come spesso capita in Italia, di fronte a grandi cose ci si perde in un bicchier d’acqua e questo sarebbe davvero un peccato considerate le potenzialità e le energie che si stanno impiegando. Spero che non succeda perché abbiamo bisogno di ritrovare un po’ di orgoglio nazionale, ultimamente ascoltiamo un po’ troppo le critiche che arrivano dall’esterno e ci fermiamo a quelle senza sfruttarle come stimoli.

Fino a ora abbiamo parlato con Matilde, ma a noi piacerebbe conoscere meglio anche Serena. Secondo te quale sarebbe la sua Milano in tre posti?

Serena è una ragazza che abita in un paesino fuori Milano, ad Arese. Quindi lei in realtà vive Milano più come cittadina dell’hinterland ed è diversa la percezione di un milanese da quella di una persona che vive in provincia. Serena non conosce bene la città, perché tendenzialmente è una che si isola e sta un po’ sulle sue, quindi non la vedo lanciata a scoprire locali o persone. Comunque per come è fatto il personaggio, un po’ ombroso, quasi punk, la vedrei bene in Ticinese, al Rattazzo, nei vari chiringuito a bersi una birra per strada seduta sul motorino.

Un’altra domanda sempre a Serena, secondo te dove la porterebbe Massimiliano, il fidanzato benestante, per una cena romantica?

Massimiliano la porterebbe in un posto in cui poter contare sugli effetti speciali, perché, per com’è fatto il suo personaggio, ha una grande insicurezza di base, probabilmente non si sentirebbe in grado di colpirla solo con i suoi strumenti. Sceglierebbe un posto che la dovrebbe stupire per sfarzo, grandezza e pomposità, ma non riuscirebbe a fare molta presa su Serena. Sarebbe uno di quei posti un po’ asettici dove si punta molto sull’impatto e magari su come viene impiattato il cibo, che però lei non apprezzerebbe.

Invece Luca, l’alternativo passionale?

Luca è l’opposto, la porterebbe in uno di quei posticini molto intimi, di cui è piena zona San Gottardo. Quei ristoranti definiti “squallidi” da chi non li conosce, ma che pur non essendo curatissimi, nascondono una grande gestione famigliare. Quei ristoranti in cui i proprietari hanno sempre storie da raccontare e in cui si mangia bene come a casa.

Una domanda più scottante… Nella vita reale, Massimiliano o Luca?

Luca tutta la vita. Ma non per una questione di “due cuori e una capanna”, per come sono fatta io non c’è villa, macchina o piscina che tengano se non c’è sostanza. Luca ha una personalità complicata, difficile e quasi spaventosa, però questo è quello che attrae. Il poeta maledetto.

E se tu dovessi organizzargli una cena romantica dove lo porteresti? La faresti a casa?

La farei a casa perché adoro cucinare. Mia mamma è toscana e il papà ha origini pugliesi, quindi per noi il cibo è anche un modo di comunicare: “Ti ho preparato questa cosa, assaggiala, ti racconto cosa c’è dietro”. Comunque sfodererei miei cavalli di battaglia, come focacce, paste al forno e lasagne, piatti non molto leggeri, ma che uniscono tutti.

Da questo discorso mi viene una curiosità… Se non avessi girato questo film, saresti andata anche a “Masterchef Italia” magari?

Sai che è una domanda che mi sono posta proprio nei giorni scorsi? Ho visto la pubblicità delle nuove selezioni e mi sono proprio detta che se non avessi altri impegni un tentativo forse lo farei.

Adesso stai girando un nuovo film, puoi anticiparci qualcosina?

Poco in realtà. Interpreterò una ragazza napoletana, quindi sto lavorando con una vocal coach per imparare il dialetto, ma devo ammettere che è difficilissimo. Però amo Napoli, i suoi abitanti e il loro dialetto, quindi nonostante le difficoltà, questa è una grande motivazione. Per ora faccio ridere, ma spero di riuscire ad arrivare a un buon risultato. La storia è abbastanza tosta, spero di non rovinare la drammaticità del film con la comicità della mia parlata napoletana!

Noi ti facciamo un grande in bocca al lupo e ti ringraziamo tantissimo!

Crepi e grazie a voi!

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