La cacio e pepe, uno dei pilastri della tradizione culinaria romana, ha conquistato negli anni i palati dei milanesi in una deliziosa missione d’assedio che non ha lasciato superstiti. Le conseguenze? In quanto ad amore per il cibo romano, tra tutte le città italiane, la Meneghina è seconda soltanto a Roma stessa.
Ma cosa c’è di così irresistibile nella pasta alla cacio e pepe? Sarà la particolare consistenza al palato dei tonnarelli cotti al dente? Saranno la cremosità e la sapidità del condimento che avvolge il carboidrato e si deposita sul fondo del piatto in una densa pozza dal sapore afrodisiaco? (che per inciso, se non sposate con una bella fetta di pane a fine piatto è come commettere un sacrilegio), o sarà il tono speziato del pepe nero? Quella nota di contrasto al gusto salato e deciso del pecorino romano che fa svanire ogni possibilità di rendere il tono del piatto troppo flat.
Oggi noi di Flawless abbiamo deciso di concederci una pausa dall’intransigente tradizione culinaria del capoluogo lombardo per portarvi a spasso tra i migliori ristoranti romani di Milano e le loro indimenticabili cacio e pepe. Seguiteci in questo tour tra i sette (immaginari) colli della Meneghina e soprattutto siate discreti, sia mai che qualche oste milanese del secolo scorso ci senta parlare di un pecorino che non è il pregiato vino marchigiano che conserva gelosamente nella sua cantina.
Risoelatte
Via Manfredo Camperio, 6
Da Risoelatte l’atmosfera è un po’ quella che si respirava a casa della nonna, tra pareti verde salvia, tende a quadretti bianchi e rossi e tanti di quei piccoli oggetti che vi siete sempre chiesti come mai non buttasse via, sparsi qua e là nel locale. Una collezione di vecchie caffettiere, grossi contenitori vintage per il latte, e alle pareti lampadine a forma di fiammella che sprizzano anni ’60 da tutte le parti. Il menù del locale parla di una nonna milanese che in giovinezza passeggiò tra le vie assolate della capitale, e oltre alle numerose varianti del tradizionale riso e latte, un comfort food nordico la cui ricetta affonda le radici nel medioevo, il menù propone anche una deliziosa cacio e pepe.
Abbottega
Via Lodovico Muratori, 11
Abbottega è un locale che nasce con l’intento di far riscoprire la semplicità di una cucina genuina, della tradizione, in un contesto che sia quello della storica “bottega di quartiere”. Le piastrelle damascate color caffè, l’esposizione di vini d’annata e i salumi appesi al soffitto completano l’allure un po’ contadina di un ambiente dove sedie e mattoni a vista sono dipinti di un bel bianco candido. Nel ristorante di Claudia Ranucci si servono i piatti della tradizione umbra, toscana e laziale, sono le stesse pietanze saporite che si preparavano in famiglia ma presentate con un occhio di riguardo per modernità ed estetica, che sappiamo essere un valore praticamente irrinunciabile nella città di Milano. Preparatevi a un’immersione nella storia del gusto di tre regioni: tra cremosissimi tonnarelli alla cacio e pepe, deliziose fettuccine carciofi e guanciale e un prelibato filetto di cinta senese.
La Gioia
Via S. Marco, 38
Nel cuore del quartiere San Marco, La Gioia è il ristorante dove il fine dining incontra la vera tradizione italiana. Entrare in questo locale è un po’ come fare un viaggio indietro nel tempo, in un periodo fantastico dove l’atmosfera dorata di un lounge bar frequentato dalla Milano bene degli anni ’20 si sposa (stranamente senza stridere) con la sensazione confortevole e calda del salotto di una dimora di fine secolo scorso. Una ricca esposizione retroilluminata di alcolici, istantanee di momenti di gioia tra amici, vecchi ritratti e fodere per cuscini che ricordano trame di tappezzeria barocca; sono gli elementi che, insieme alla cucina che è anima del ristorante, fanno di La Gioia un luogo dove l’allegria non si sperimenta solo con il palato ma anche con la vista.
Cacio e Pepe Bottega Romana
Via Augusto Anfossi, 2
Per tutti coloro che sognano una piccola fuga dalla nebbiosa Pianura Padana per godere di un po’ di espansività laziale, c’è Cacio e Pepe Bottega Romana. La missione qui è tentare di aprire gli occhi del cliente sul posto d’onore che la tradizione romana occupa nel cuore di tutti coloro che contribuiscono ogni giorno al successo di questo laboratorio della qualità senza compromessi. Gli interni parlano da sé e raccontano di un ristorante dove il passato della mobilia scura, delle vecchie fotografie e delle grosse lampade vintage incontrano la contemporaneità di una mise en place semplice ma curata e di una cucina che ricerca l’eleganza nella sobrietà e la gioia pura nella condivisione della tavola, Roma in due parole.
Volemose Bene
Via della Moscova, 25
Volemose bene è l’ostaria romana con la O maiuscola, il ristorante dove le tovaglie sono ancora quelle a quadrettoni e i piatti si appoggiano sulle tovagliette di carta paglia. È un rifugio per tutti i romani “in esilio” al nord, che entrano nel locale e ordinano “il solito” al cameriere, e una meta da conoscere per tutti quelli “in trasferta” nella meneghina. Luca e Willy, rispettivi alias “Er Ciccio” ed “Er Secco”, sono i punti fermi Volemose Bene, credenti convinti di “n’a filosofia” che è quella leggibile nel nome del locale. E possiamo assicurarvi, non è difficile volersi bene quando si è distratti dal profumo irresistibile di una cremosissima spadellata di spaghetti alla cacio e pepe.
Cacio e Pepe
Viale Gian Galeazzo, 3
Se cercate un ristorante dove “cucina della tradizione” non sia necessariamente sinonimo di piatti troppo abbondanti, poca cura dell’impiattamento e a volte anche mancanza di tecnica ai fornelli, Cacio e Pepe è ciò che fa al caso vostro. Il ristorante in zona Porta Ticinese è un indirizzo da non lasciarsi sfuggire se per voi il gusto del piatto fa solo metà (o poco più) dell’esperienza a cena, e vi piace che anche all’occhio sia dovuta la sua parte. L’eleganza sobria del locale fa da apripista a una proposta che abbraccia la tradizione romana e la presenta al tavolo con una presa di raffinatezza dovuta per competere nel panorama culinario milanese. Tra carciofi alla romana, supplì, burrata e puntarelle e ovviamente l’indimenticabile cacio e pepe vi sembrerà che il centro Italia abbia deciso per un attimo di fare switch di posto con il buon vecchio nord. Godetevi l’attimo.
Castelli Gourmet
Via Cerano, 15
Castelli Gourmet è il bistrot underground di zona Solari, un ristorante dove si sente e si gusta la tradizione italiana da nord a sud: dal risotto alla milanese ai bucatini alla cacio e pepe, dalla tartare di Scottona ai fusilloni alla Norma. Raffinato, frizzante, il locale ricorda gli interni di un autentico castello, un trionfo di colonne in pietra e mattoni a vista le cui sale fanno spesso da exhibition hall per numerose mostre di arte contemporanea. Ma vogliamo parlare della loro cacio e pepe? Una sinfonia di aromi inebrianti racchiusi in un nido di deliziosi bucatini in crema di pecorino romano, il tutto legato dal profumo inconfondibile del pepe nero. Da leccarsi i baffi.
Felice a Testaccio
Via del Torchio, 4
La cacio e pepe, quel piatto apparentemente semplice ma in fondo in fondo un po’ insidioso, specialmente se non siete molto pratici con la cucina dell’oltre Po e non sapete dove reperire i giusti ingredienti (perché ammettetelo, anche a voi la prima cacio e pepe è venuta più una mac & cheese newyorkese). Dunque, perché non rimandare per un giorno la vostra aspirante candidatura a Masterchef e farvi un giro da Felice a Testaccio? Felice è il ristorante che ti accoglie come se fossi di famiglia e dove si trova sempre un tavolo per le persone del quartiere e per chi lavora duramente. Passato il testimone al figlio Franco, Felice assiste al cambio di volto del locale e del menù, che vengono plasmati sulla silhouette della Milano moderna. Se volete, da Felice a Testaccio vi danno pure la ricetta della loro cacio e pepe, ma non ditelo troppo in giro o l’audizione con Cracco e Cannavacciuolo non la passate.