Andrea Chiozzi e Sara Monza ce li si può immaginare facilmente in una serata di qualche anno fa, intenti a cucire punto per punto l’anima di quello che, all’effettivo, sarebbe diventato uno tra i locali più in del vasto panorama di Mixology dell’east side milanese. E probabilmente, nel farlo, avranno utilizzato fili colorati diversi l’uno dall’altro, perché il prodotto della loro creatività e intuizione sembra davvero essere tante cose assieme. Bistrot e cocktail bar, modernità e stile retrò, eleganza e grunge, Milano e Londra, Porta Venezia e Shoreditch.
La storia di Eppol comincia nel 2013 tra le vie dei Navigli per volontà dei due imprenditori e in risposta alla passione comune per la buona cucina, i liquori e la vita notturna. Quella di via Malpighi, 7 è dal 2015 la “nuova location”, che cela tra le sue mura un progetto ancora più completo del precedente. Questo spazio, infatti, si pone come punto d’incontro di attività differenti che variano dalla mixology alla liquoristica, passando per ristorazione e arte, con il risultato che qui food, beverage e intrattenimento convivono in armonia.
Una volta entrati ci s’imbatte in un battaglione di arredi vintage e dettagli curati incorniciati tra i mattoni a vista delle pareti e le travi in legno che catapultano in altre epoche. Tavolini, specchi e poltrone in vecchio stile fanno rivivere la bellezza dei salotti retrò, dando la sensazione che qui, usare cellulari e computer, scorrere le bacheche di Facebook e Instagram sia quasi fuori luogo. Gli stessi, poi, s’abbracciano in una danza piacevole a chicche del contemporaneo: quadri e stampe più underground che riportano la clientela ai giorni nostri.
Il protagonista indiscusso di Eppol è, però, il grande bancone in legno scuro alternato a marmo di Carrara dietro il quale si destreggiano i bartender, illuminati dalla luce rilassante del maestoso lampadario a otto braccia Maria Teresa, – come in una pellicola cinematografica d’altri tempi -, e che s’ affaccia su una piccola e affascinante parete verticale di piante.
Passando ai fatti. Il menù è ampio e diversificato: la cucina è aperta dalla colazione fino alla tarda sera, e ogni fascia oraria ha le sue proposte dedicate. Per tutto il giorno ci si può sbizzarrire, ad esempio, con croissant farciti al momento e torte da accompagnare a spremute e caffè, o optare per pancake, omlette, crêpes e french toast; gli sperimentatori delle specialità estere potranno anche osare con qualche combo tipica che fa sentire oltre i confini, – in California, Germania e Inghilterra.
Gli aperitivi saziano a colpi di appetizer, mentre a pranzo e cena la scelta può cadere su un primo, classico come il risotto alla milanese o audace come i ravioli della casa nelle varianti bufala e basilico, fois gras e tartufo, gorgonzola e noci, su un secondo (tartare, cotolette, filetti) o su qualche opzione più street: hamburger, club sandwich (imperdibile) e burritos – che fanno sempre gola.
La drink list, firmata da Maximiliano Ruiz, che cambia seguendo il corso delle stagioni e vi accompagna soprattutto durante happy hour e after dinner, è un crocevia di prodotti, spezie, distillati di qualità, liquori nazionali e non, che vengono abilmente miscelati per creare cocktail che sanno di tradizione della miscelazione caricata di sperimentazione.
Non stupitevi se qualsiasi cosa qui porta oltre i confini, se il tempo è scandito dalle playlist musicali e se vi sembrerà tutto così urban e multiforme, perché Eppol ha qualcosa da raccontare in ogni angolo, e noi vi abbiamo avvisati.