È datata a qualche anno fa l’apertura, ma del 1930 poco ancora si sa e in pochi ancora sanno. La cosa certa è che chi ne varca la soglia è pronto a lasciare Milano per fare un salto indietro nel tempo, in epoche lontane. Questo cocktail bar chiacchieratissimo, che fa parte dell’impero di mecche del buon bere di Flavio Angiolillo & Co., è un concentrato di atmosfere anni ‘30 che si “attaccano” ai vestiti della clientela, portandola dritta nella vecchia America del proibizionismo.
Speakeasy vestito di un mantello di misteri, devoto alla Mixology più sperimentale, il 1930 gioca a celarsi sotto le mentite spoglie di un altro locale, e – ammettiamolo – non si lascia scoprire facilmente. Allora, mentre voi cercate di entrare a far parte dell’inner circle, vi raccontiamo intanto cosa abbiamo visto noi, che siamo andati a provare la nuova drink list.
Il menù proposto per questi mesi – che ci terrà compagnia fino a settembre – sembra quasi voler seguire le orme dell’Orient Express di Agatha Christie. È, di fatto, un omaggio all’Asia, alle sue vaste terre che esplora a diverse latitudini e longitudini con l’intento di regalarci un “fotogramma” completo fatto di tradizioni, storie e leggende dell’affascinante est, e trova nell’allestimento vintage dalle contaminazioni esotiche la sua cornice perfetta.
Innanzitutto, sappiate che alla base dei 10 cocktail in lista (divisi tra “liquidi” e “solidi”) c’è una straordinaria creatività – da sempre marchio di fabbrica della MAG squad – a cui vengono aggiunti ingredienti originali di 10 territori diversi: il risultato è che, sorseggiandoli, si prende parte a un viaggio (segretissimo, ça va sans dire) che dalla Russia e dal Medio Oriente conduce fino alla Cina e alla Terra del Sol Levante. Dopodiché, scordatevi i soliti bicchieri da cui siete soliti bere in tutti gli altri locali: qui tutto è spalleggiato da side eccentrici.
Passando ai fatti. A quanto pare, noi per il nostro itinerario siamo partiti dall’Afghanistan: il drink Nuur, infatti, miscelato con un distillato raro in Italia (Arrack), infuso con azoto liquido e accompagnato da un caffè a tre bolliture, rose, cardamomo, orzata e masala, è servito su una sfera di ghiaccio irregolare che inesorabilmente richiama proprio le montagne di Kabul. Poi, ci siamo inoltrati in Cina con uno Zhongyi e un Ink. Il primo si rifà alla medicina cinese: è ricco di spezie tipiche – di cui se ne assapora meglio il gusto grazie all’incenso -, unite a un distillato di gin e a un distillato di terra homemade; il secondo è un botanical spirits del marchio Farmily mixato a Amaro Lucano che viene portato sotto forma di calamaio assieme a un foglio di marzapane, entrambi commestibili.
L’Asian Essence più vera dedicata a Russia, India, Medio Oriente, Cina e Giappone, l’abbiamo scoperta mangiando 4 “ravioli alcolici” di pasta fatta in casa, ripieni di gelatina inebriante, accompagnati nientemeno che da bacchette e brodo di tonno essiccato in cui intingerli. Infine, quando pensavamo di aver visto tutto, ci siamo ritrovati in Indonesia grazie a un Bali in Flowers: solo a leggere il nome vien voglia di primavere ed estati perenni. Colorato con le sfumature di fiori di loto e rose, ha il sapore della calma e della meditazione e viene portato al tavolo su una statuetta di 50 centimetri. Mica male.
Tra le mura del 1930 desideri, terre, alchimia e fantasia non hanno più confini. E voi se poteste scegliere su due piedi una meta, dove andreste?
Nota dell’editore: è con orgoglio che ti informiamo che questo articolo è sponsorizzato da Maio Srl e promosso da FLAWLESS.life . Ti ringraziamo per supportare gli sponsor che rendono Flawless Milano possibile.